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Kilchoman Scozia Whisky dai 50 ai 100 euro

Kilchoman Machir Bay 2018

Recensione del Kilchoman Machir Bay, un altro classico della distilleria agricola di Islay.

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46,0%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry oloroso
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Kilchoman
Prezzo: € 55,00 su Cadenhead’s Whisky Shop
Sito web ufficiale: kilchomandistillery.com
Valutazione: 86/100

Nota come l’unica distilleria che segua l’intero processo produttivo del whisky direttamente sul posto, Kilchoman è un nome ormai famigliare anche a chi si sia avvicinato da poco al mondo di questo distillato.
L’orzo viene coltivato direttamente dall’azienda (tanto che viene definita una farming distillery, ovvero una distilleria agricola), anche se non in misura sufficiente per coprire l’intero fabbisogno: buona parte dell’orzo necessario per produrre il whisky viene infatti acquistata da Port Ellen, restando comunque su Islay.
Si potrebbe definire un whisky IGP, o semplicemente 100% Islay come uno dei loro imbottigliamenti.

Se l’attenzione si concentra spesso sulle botti usate per l’invecchiamento, recentemente si sta accrescendo l’importanza data anche alle materie prime, puntando sull’unicità della loro provenienza e lavorazione.
Da qui, i whisky bio (come l’Organic di Benromach), quelli concentrati sul terroir (come l’Islay Barley di Bruichladdich) e la produzione appunto di Kilchoman, in una costante ricerca di raffinatezza e sperimentazione che vada oltre il “semplice” invecchiamento nelle componenti di botti ed età.
L’aumentare delle variabili permutabili per ottenere distillati sempre diversi e unici è un arricchimento imprescindibile per il whisky, che mi auguro possa solo proseguire su questa strada.

Note di degustazione

Fratello del Sanaig, la cui produzione è iniziata contemporaneamente nei primi anni di vita della giovane distilleria, si distingue da quest’ultimo per la percentuale rovesciata di influenza da parte delle botti: bourbon al 70%, sherry oloroso al 30%. Ogni annata è diversa dalla precedente proprio per l’uso continuato nel tempo delle stesse botti.
Un bel giallo paglierino, quasi color miele, accoglie la vista nel bicchiere, mentre il naso percepisce da subito una componente erbacea molto presente, fresca. La torba è gentile, più umida che bruciata (o forse è bruciata umida, potato poteto), con sentori speziati e una nota minerale. Un pizzico di agrumi completa una paletta di aromi ben integrati e ricchi, davvero un olfatto notevole.
In bocca la mineralità si fa più compatta e insistente, assieme alla torba vegetale con la tostatura più evidente (ma ben lontana da altre mazzate isolane). Ancora spezie, con l’aggiunta di mela verde e agrumi, e un leggerissimo pizzicore alcolico che accompagna la componente pepata del whisky. Rispecchia l’olfatto arricchendolo, con una morbidezza carezzevole molto piacevole.
La torbatura si fa sentire di più nel finale (davvero in crescendo dall’approccio al bicchiere), con le componenti speziate e fruttate ad accompagnare a lungo il ricordo della bevuta.

Stupisce come la torbatura (siamo a 50 parti per milione) sia così morbida e gentile, il bilanciamento delle botti appare davvero ben costruito, più che nel Sanaig, per questo si merita qualche punto in più.

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Un’altra prospettiva:
Whisky Facile

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