
Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Nikka
Prezzo: € 85,00 su Whisky Club
Sito web ufficiale: www.bennevisdistillery.com
Valutazione: 82/100
È abbastanza comune imbattersi in edizioni indipendenti di Ben Nevis, una delle distillerie più rappresentative delle Highlands, meno è trovare un imbottigliamento originale che non sia il classico 10 anni: non si può dire si diano molto da fare per lasciare la propria impronta nei cataloghi di whisky.
La proprietà giapponese non sembra infatti molto incline a investire su questo marchio, al punto da non dare alcun risalto nemmeno al restyling del design avvenuto a metà del 2021, o al lancio di un nuovo imbottigliamento, che altri avrebbero strombazzato ai quattro venti.
Va detto come anche le nuove etichette siano all’insegna della sobrietà, con uno stile così minimal (il modo gentile per dire “banale”) da far pensare che manchi proprio la volontà di spingere uno dei malti più amati dagli appassionati.
Uscito a luglio del 2021, Coire Leis prende il nome dal lago che dà origine alla fonte d’acqua usata dalla distilleria. Invecchiato per un tempo imprecisato (tra gli otto e i dieci anni, si mormora) in botti ex bourbon di primo riempimento, si presenta come l’entry level della distilleria, giusto per distinguerlo dall’altro unico imbottigliamento presente nel portafoglio base.
Note di degustazione
Giovane è giovane, il naso è segnato soprattutto dal malto e dalle impressioni di impasto per il pane, con un consistente tratto acidulo di lime e pompelmo. Svela col tempo un carattere più morbido, lasciando emergere vaniglia, miele, pera (acerba, sia mai che si esageri con la dolcezza), biscotti al burro, il tutto però sempre venato da note vegetali e da una lieve esuberanza alcolica. Si fa decisamente più gradevole nel bicchiere, restando comunque piuttosto nudo.
L’alcol si fa ben presente al palato, importante nonostante la gradazione non proprio da leoni, con una sferzata di pepe nero che trascina ancora sentori di pane fresco e agrumi, come un plum cake al limone. Oleoso all’imbocco ma secco in lunghezza, evoca impressioni tra il vegetale e il floreale, sospeso tra l’amarotico e il dolce, con l’apparizione di finocchio intrecciato a vaniglia e miele, pera, yogurt all’albicocca, rabarbaro e un tocco minerale. Legno tostato sullo sfondo.
Finale mediamente lungo, molto minerale e vegetale, virato decisamente sull’amaro con poche concessioni alla dolcezza.
Molto Ben Nevis ma anche molto acerbo, spunta (quasi) tutte le caselline aromatiche della distilleria ma senza molta convinzione, offrendo ben pochi motivi per preferirlo al dieci anni che, con qualche euro in più, offre ben altra esperienza. E comunque, a un prezzo davvero imbarazzante considerata la scelta ben superiore di single cask anche più giovani presente sul mercato.