
Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon refill ed ex sherry oloroso first fill
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Takara Shuzo Corp.
Prezzo: € 85,90 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.tomatin.com
Valutazione: 89/100
I diciotto anni evocano l’idea di maturità, di passaggio alla vita adulta, in cui (teoricamente) ci si debba accollare tutta una serie di diritti/doveri dicendo addio alla spensieratezza dell’adolescenza.
Nei whisky, dove il concetto di età è del tutto relativo, non è sempre così, sebbene psicologicamente sia una soglia di invecchiamento che fa una certa presa sul consumatore, come se fosse uno spartiacque tra whisky giovani e maturi.
Il bevitore men che occasionale sa bene come l’invecchiamento avanzato non sia in alcun modo garanzia di qualità, come sa anche che una bottiglia senza invecchiamento dichiarato (i cosiddetti NAS) possa essere una vera gemma.
Qui affronto il diciottenne di Tomatin, nel nuovo design introdotto nel 2016, ultimo con invecchiamento dichiarato a mia disposizione, cui seguiranno i NAS del portafoglio base (Cask Strength, Fire e Legacy).
Note di degustazione
Oro carico nel bicchiere.
All’olfatto si presenta dolce e fresco, con un leggero profilo erbaceo che fa da contrappunto a una profusione di frutta matura (ananas, pesca, pera, prugna), uvetta infusa nell’alcol, Galatina, cannella. In sottofondo, una carezza legnosa (occhio alle schegge). Amabile ma non ruffiano.
Il palato si profila interessante, ponendo accanto alla dolcezza della frutta una punta amarognola, di liquirizia e anice, che assieme a cioccolato, nocciole e, ça va sans dire, cannella, aggiunge spessore alla bevuta. Il legno si fa più presente, alle soglie dell’invasività ma riuscendo a tenersi giusto un passo indietro, asciugando la lingua. Permane, pur ampiamente in sottofondo, una certa freschezza floreale.
Finale medio-lungo, di legno, anice, nocciole, uvetta.
Il lato amarognolo ammetto essere un po’ spiazzante, e ad alcuni potrebbe far storcere il naso, mentre per me è ciò che ha dato a questo whisky una marcia in più, rendendolo vario e divertente: i finali in sherry tendono ad assomigliarsi un po’ tutti, mentre qui il legno ha contribuito a dare tridimensionalità.
Siamo proprio al limite, una spinta in più e sarebbe crollato tutto (quindi, più che mai, andiamo sul sentire personale), ma per me è promosso.
Recensioni di whisky da Tomatin nel blog
Un’altra prospettiva:
Il bevitore raffinato (versione precedente)