
Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 54,2%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex vino
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Diageo
Prezzo: € 135,00 su Bottigliera del Massimo
Sito web ufficiale: www.thesingleton.com
Valutazione: 86/100
Presenza più o meno fissa delle Special Release, Singleton saltella tra Glendullan, Dufftown e Glen Ord, scegliendo quest’ultimo per il 2022, con un invecchiamento più giovane dell’anno scorso passato in botti ex bourbon refill e affinato per oltre un anno in botti seasoned in vino non precisato.
L’etichetta richiama il tempo in cui un’ammaliante incantatrice viveva nelle profondità delle caverne smeraldine del fiume Ord, che poteva far danzare l’acqua al suo comando. All’avvicinarsi di ogni solstizio, fissava il suo sguardo luminoso come un diamante sul fiume e ne tesseva le correnti in un ricco e indulgente vino rosso rubino. Quando scorrevano attraverso la fonte d’acqua del Singleton, queste correnti incantate conferivano al distillato un carattere lussureggiante e seducente, affascinante come il rituale del solstizio di rubino.
Con le recensioni delle Special Release per ora mi fermo qui, non appena riuscirò a mettere le mani sulle due mancanti (Cameronbridge e Mortlach) completerò il quadro di questo 2022.
Note di degustazione
Il vino fa il proprio dovere con gli aromi che raggiungono il naso, dando ampio spazio ai frutti rossi declinati in varie forme: essiccati , marmellatosi e succosi. La componente acidula è sottotono, prevalgono tonalità ruvide di legno e spezie (noce moscata, cannella, cardamomo) che incidono della pastafrolla col crème caramel. In lunghezza, sprigiona note di vino rosso giovane, tanto giovane da spostarsi quasi sull’uva fragola. Fresco e gradevole.
Esordisce al palato con note amarotiche, che presto aprono la strada a una composta di frutta, tra quella di bosco e quella bianca (pera, melone e pesche bianchi), velleità agrumate, una discreta manciata di tannini e una cremosità acidula, da yogurt e latte acido. Punteggiato da pepe nero e zenzero, butta nella mischia una carezza di malto biscottoso, cioccolato al caffè e una lieve nota vegetale e terrosa, specie in lunghezza.
Finale abbastanza lungo e secco, i tannini alzano la testa portando sulle spalle frutti rossi, un’impressione di cioccolato e legno levigato.
Più complesso e articolato di quanto onestamente mi aspettassi, l’affinamento (vino rosso, sicuramente) gioca bene le sue carte creando un effetto tridimensionale in una bevuta che intrattiene e diverte, sebbene manchi un effetto dirompente che lo faccia assurgere all’eccellenza. In una parola, buono.