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Bruichladdich Isola di Islay Scozia Whisky dai 100 ai 200 euro

Octomore 11.1

Recensione della prima bottiglia dell'undicesima serie del torbatone Octomore di Bruichladdich.

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 59,4%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon first fill
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Rèmy Cointreau
Prezzo indicativo: € 160,00
Sito web ufficiale: www.bruichladdich.com
Valutazione: 89/100

Eccoci alla prima bottiglia dell’undicesima serie di Octomore, il torbato sotto steroidi di Bruichladdich.
Distillato nel 2014 usando orzo di qualità Concerto e Propino raccolto l’anno precedente, ha passato cinque anni in botti ex bourbon provenienti da Heaven Hill, Jim Beam e Jack Daniel’s dando vita a 30.000 bottiglie.

Questa serie ha prodotto tre imbottigliamenti, ed è stata infine affiancata da un 10 anni, prossimamente su queste pagine.
Livello di torbatura a 139.6ppm, un numero che significa in realtà poco, ma… sì, be’, è parecchio!

Note di degustazione

Giallo paglierino nel bicchiere.
Come spesso accade con questa serie, a una torbatura mostruosa sulla carta non corrisponde l’atteso cazzottone al naso, anzi. L’olfatto è gradevolmente boschivo, profumi di foglie, muschio e corteccia di pino tostata con spruzzate di chinotto. C’è una brezza marina che soffia tra gli aromi, portando con sé una certa freschezza, e con il passare del tempo dal bicchiere emergono note di frutta (pompelmo, ananas), un’impressione di vaniglia, tabacco. Il profilo resta su toni balsamici e agrumati, con il fumo a fare da sfondo più che da protagonista, in un equilibrio quasi incredibile. E in tutto questo, l’alcol è praticamente invisibile.
Al palato l’alcol ricorda la sua presenza (son comunque quasi 60 gradi, eh!) con una pronunciata bruciatura pepata su un corpo pieno e oleoso che riprende il tema silvestre, ancora venato di agrumi, con l’aggiunta di riflessi speziati e una punta di liquirizia. Tabacco Kentucky. In sottofondo, un accenno di vaniglia e crema che spunta sulla lunghezza, ma è davvero un’impressione che si coglie a sprazzi.
Finale lungo dove la torba si prende la rivincita e occupa bocca e bicchiere con tonalità cineree venate di toni balsamici e agrumati.

Quello che colpisce di questa serie è la straordinaria capacità di mantenere l’equilibrio di una torba spinta all’eccesso, capace di integrarsi con la personalità di ogni invecchiamento senza soverchiarla, creando distillati non sempre memorabili ma che dimostrano una maestria nella gestione delle botti encomiabile.
Anche stavolta, un whisky che ricava le proprie emozioni dalla forma straordinaria con cui è stato realizzato più che dall’esperienza sensoriale stessa, ma avercene.

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