
Provenienza: Lowlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 58,3%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Diageo
Prezzo: € 390,00 su Whisky Shop
Sito web ufficiale: www.malts.com
Valutazione: 87/100
Mi sembrava appropriato concludere l’assaggio delle Special Release di quest’anno con la bottiglia più “pesante” del gruppo, da una distilleria che mancava dalla serie fin dal 2016, anche allora con un’età decisamente importante (25 anni).
Di fatto il Glenkinchie più vetusto mai imbottigliato dalla distilleria, che per eleganza e delicatezza si paragona alle antiche porcellane cinesi con cui condividerebbe i richiami ai fiori, all’erica e ai frutti dei frutteti che abbondavano in quelle terre e sulle decorazioni dei vasi, da cui il nome Il Tesoro Floreale.
Un pelino ambizioso, ma possiamo anche concederglielo.
Note di degustazione
E di frutta e fiori abbondano gli effluvi che emergono dal bicchiere, una composizione setosa e delicata in cui gelsomino, arance e mela si intrecciano con chiodi di garofano e noce moscata, accarezzati da note sommessamente dolci di miele d’acacia, glassa di zucchero, marzapane e un’idea di orzata. Un filo di cera e burro scorre nella trama, che nel complesso resta piuttosto severa ed elegante grazie anche a note di Earl Grey. Ricco e cangiante, la parte più dolce a volte è possente, salvo poi ritrovare la propria austerità come si addice a una nonna di nobili origini. Con una lieve diluizione, la dolcezza prende più corpo.
Al palato la delicatezza si smorza in favore di una più netta presenza di pepe e zenzero e toni più alti nel comparto vegetale, sfociando con decisione nell’amarotico (anice, liquirizia). La gradazione, che al naso era perfettamente centrata, qui non manca di farsi sentire, e l’insieme appare più aspro e ruvido, con un crescendo di agrumi, kiwi, propoli spray e persino un aspetto sulfureo, che unito a quello vegetale e amaro porta verso il carciofo.
Finale lungo, secco, con una lieve tostatura su zenzero, pepe, agrumi, anice, note vegetali e una goccia di miele.
Di certo non si può dire manchi di personalità, forse anche troppa, a tratti quasi bipolare, ma proprio per questo affascinante e ingaggiante. Una bevuta non banale e impegnativa, che al palato pecca un po’ nella complessità, ma mostra le capacità dei whisky delle Lowland.