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Isola di Islay Laphroaig Scozia Whisky da 0 a 50 euro

Laphroaig Quarter Cask

Recensione del Laphroaig Quarter Cask, whisky torbatone di Islay.
Laphroaig Quarter Cask

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 48%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Suntory
Prezzo: € 41,90 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.laphroaig.com
Valutazione: 84/100

Ancora Laphroaig, questa volta il fratellino più piccolo che dopo il passaggio nelle consuete botti ex bourbon, se ne è stato a riposare qualche mese in botti di dimensioni ridotte rispetto alla norma (da cui il suo nome), il che dovrebbe portare a una maggiore influenza degli aromi del legno. Età non dichiarata, ma dovrebbe aggirarsi sui 5/6 anni.
Rispetto al 10 anni, il distillato non è stato filtrato a freddo, procedura utile a pulire il whisky prima dell’imbottigliamento, quindi potrebbe risultare leggermente torbido a temperature più basse (ma se lo tenete a temperatura ambiente probabilmente non noterete alcuna differenza, sempre che non viviate al Polo Nord).
Alcuni dicono che la filtratura a freddo, privando il distillato di alcuni dei suoi oli, ne infici anche la ricchezza: vero o no che sia, personalmente meno ci mettono le mani più il risultato finale è sincero, nel bene e nel male.

Note di degustazione

Non filtrato a freddo ma, purtroppo, ancora con il colorante al caramello, quindi la colorazione di giallo paglierino è assolutamente fasulla (si capisce quanto mi dia fastidio questa cosa, sì?).
Già solo aprendo la bottiglia arriva una poderosa zaffata di fumo, intenso e pungente, che se non vi piacciono i torbati la mettete subito via per pulire il motore della moto. Se invece vi soffermate ad annusarlo nel bicchiere, scoprite come ci sia ben altro che torba catramosa: profumi marini e medicinali (vabbè, è Laphroaig), che virano sul zuccheroso, tipo marshmellow carbonizzati sul focolare. Il grado alcolico si fa sentire, ma giusto a rendere il fumo più sostanzioso e pungente. A farlo arieggiare, l’alcol si tranquillizza, le note dolci e salate domano la torba e diventa meno aggressivo.
Al palato, PEM!, subito il cazzottone di catramone bello tosto, racchiuso in un guanto dolce-salato che pare volerti rassicurare dopo la mazzata, salvo poi accorgerti alla lunga che i 48 gradi ci sono tutti e si fanno ben sentire. Arrivano anche un po’ di legno (quei barilotti a qualcosa saranno pur serviti) e vaniglia, spezie e il marchio di fabbrica della corsia d’ospedale. Proseguendo nella bevuta (e quindi nell’areazione del bicchiere), l’alcol si doma (ma non troppo), la torba medicinale si addolcisce e amoreggia con il salmastro.
Il finale è lungo, con tutti gli aromi che ti restano nel palato mentre cerchi di smaltire l’alcol che, non te ne sei accorto, ma ti ha dato una bella scossetta.

Personalmente apprezzo molto questa bottiglia, una versione più ruvida e decisa del 10 anni e al contempo più dolce, forse nel tentativo di renderla più piaciona. Certo, se non amate le note di Laphroaig allora questa vi farà proprio schifo, se invece amate i whisky belli tosti e non avete un Ardbeg per le mani, questa è un’ottima scelta, peraltro anche economica e facile da trovare.
Tra l’altro, spesso ne vedrete una bottiglia sullo scaffale di qualche bar, quando vogliono darsi un tono ma senza esagerare, che il whisky costa e non lo beve (quasi) nessuno.

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Un’altra prospettiva:
Non solo whisky

2 commenti

  1. Ciao,
    nei dettagli iniziali c’è scritto che è stato filtrato a freddo e che non contiene coloranti, ma nel commento invece si evidenzia che a differenza del 10 anni non è stato filtrato a freddo, ma contiene il caramello tanto odiato come colorante. A naso direi che il commento è corretto e che i due dettagli in testa sono inveritii. Giusto?
    Saluti,
    Svitol

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