
Provenienza: Lowlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon first fill ed ex sherry PX
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Lochlea Distilling Co.
Prezzo: € 69,80 su Old Rum & More
Sito web ufficiale: www.lochleadistillery.com
Valutazione: 82/100
C’è molto fermento nel mondo del whisky di questi tempi, con nuove distillerie che nascono un po’ in ogni parte del mondo, inclusa la Scozia che certo non resta a guardare.
La fondazione di una distilleria viene generalmente annunciata in pompa magna, a volte perché segna una vera novità (come Torabhaig, la seconda su Skye dopo molti anni), a volte perché la creazione di hype aiuta a finanziare l’attività fino a quando non potrà uscire il primo whisky.
E poi c’è Lochlea, prima distilleria artigianale dell’Ayrshire, nelle Lowlands, nata nel 2015, che ha lavorato in silenzio, senza annunci roboanti e quasi senza farsi notare, al punto da non essere nemmeno citata in alcuni elenchi di distillerie operative.
Figlia dell’ingegno del proprietario Neil McGeoch e del distillery manager Malcolm Rennie, Lochlea ha origine all’interno di una fattoria che fornisce l’orzo di cui ha bisogno, con una produzione tutta in loco a eccezione del maltaggio, per il quale è già prevista la costruzione di un malting floor: una distilleria moderna e antica allo stesso tempo, nel solco di tante altre che dell’artigianalità e della tracciabilità delle materie prime fanno un punto d’onore.
Rennie (trasferitosi alle dipendenze di Ian MacLeod per supervisionare la nuova Rosebank) è stato recentemente sostituito da un nome molto noto nel mondo del whisky, John Campbell, proveniente da 27 anni di esperienza presso Laphroaig (e sì, è in progetto la realizzazione di un whisky dalle note torbate).
Questo è il primo whisky di Lochlea, uscito a inizio 2022 (precisamente il 25 gennaio, giorno di nascita di Robert Burns che fu proprietario della fattoria per alcuni anni), tre anni di invecchiamento in botti ex bourbon (provenienti da Maker’s Mark) ed ex sherry Pedro Ximénez di uno spirito frutto di lunga fermentazione e distillazione a taglio alto, con una produzione di 7385 bottiglie.
Grazie a Jacopo e Samuel di Beija Flor per la gentile bottiglia.
Note di degustazione
Al naso è una bomba di cereali e malto, muesli croccante con frutta secca, noce moscata, mela, pera, un accenno di pesca sciroppata, legno appena tagliato, miele. Dolce con una lieve ruvidezza di fondo, nel tempo emergono note erbacee e di pepe nero.
Pepe più deciso all’ingresso, abbastanza corposo, ritrova le note cerealose anche al palato accompagnate da mela, susine, vaniglia, miele, ancora legno con una speziatura decisa ma non invasiva. Frutta secca e una vena amarotica e secca di fondo, di radice di liquirizia.
Finale non molto lungo e speziato, asciutto, di mela, vaniglia, malto, frutta secca.
Giovane ma con carattere, le botti hanno giocato di fino senza impattare eccessivamente, specie quelle ex sherry, grazie anche a un distillato dalla spiccata personalità. Immaturo ma gradevole, una promessa di grandi cose a venire.
Nota di merito per la bottiglia (con in rilievo i segni dei pneumatici dei trattori) e per il prezzo, mantenuto popolare a differenza di tanti altri esordi.