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Isola di Islay Kilchoman Scozia Whisky dai 200 euro in su

Kilchoman 16yo Sherry Single Cask

Recensione di una versione esclusiva per lo shop

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 54,8%
Botte di invecchiamento: Ex sherry Oloroso
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Kilchoman
Prezzo indicativo: € 270,00
Sito web ufficiale: kilchomandistillery.com
Valutazione: 89/100

È raro che Kilchoman dichiari in etichetta l’età precisa di un proprio imbottigliamento, riportandone generalmente solo il vintage per porre l’accento sulle singole annate nello spirito agricolo della distilleria. L’età ovviamente si può calcolare facilmente, ma quando sono loro a esplicitarlo, è certo si tratti di un’occasione particolare.
È successo per esempio nel 2022 per l’edizione speciale in occasione del Fèis Ìle, con un sedici anni frutto dell’unione di cinque barrel ex bourbon del 2006, quindi risalenti ad appena un anno dopo la fondazione della distilleria.
E si è ripetuto quest’anno, con un imbottigliamento in esclusiva per lo shop di Kilchoman, nuovamente con un vintage del 2006 (29 novembre, per la precisione) ma questa volta da un singolo butt ex sherry oloroso first fill che ha prodotto 602 bottiglie a grado pieno a maggio del 2023, quindi un sedici anni e mezzo per la precisione.
Inutile dire che l’occasione di assaggiare un Kilchoman non solo a età dichiarata ma proveniente dalle prime botti (in via di esaurimento) e per di più single cask è davvero ghiotta.

Note di degustazione

Subito molto costiero e salino al naso, con fiumi di salamoia, ostriche agli agrumi, olive taggiasche e scogli bagnati, accompagnati da radice di liquirizia, noce moscata, china, zucchero di canna tostato e scorza d’arancia. Fumo acre e a tratti chimico incornicia gli aromi, che nel bicchiere ondeggiano tra evocazioni dolci e minerali, con la ruvidezza del cuoio a fare da sfondo. In lunghezza scivola verso un’idea di panforte.
Al palato è vivace e frizzante, domina l’arancia declinata nella forma candita e marmellatosa, con copiose manciate di spezie (noce moscata, coriandolo, chiodi di garofano) e un’imperiosa iniezione di more e amarene, intrise di fumo e fuliggine, che spostano con nettezza l’attenzione sulle influenze sherried, incarnate nuovamente anche da liquirizia e china. Note amarotiche si alternano sul fondo, con la componente ittica e salina posta in secondo piano, mentre si fa più asciutto e ruvido nel tempo facendo emergere una nota curiosa di castagne crude.
Finale lungo e secco di legno, frutti rossi, agrumi, frutta secca con lontane flessioni costiere e saline.

Complesso e ricco tra olfatto e palato, forse tende un po’ ad appiattirsi nel tempo, ma si parla davvero di sottili impressioni personali. Ammetto la mia preferenza per gli invecchiamenti in bourbon, anche se il matrimonio con lo sherry funziona ma non fa faville.

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