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Italia Puni Whisky dai 100 ai 200 euro

Puni Aura Limited Edition 03

Recensione della versione a grado pieno tutta in botti vergini francesi

Provenienza: Trentino Alto Adige (Italia)
Tipologia: Italian Malt Whisky
Gradazione: 56%
Botti di invecchiamento: Vergini
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Puni (famiglia Ebensperger)
Prezzo: € 179,00 su Puni Shop
Sito web ufficiale: www.puni.com
Valutazione: 78/100

Negli ultimi anni la distilleria altoatesina si dedica solo a imbottigliamenti limitati con due serie parallele, Arte e Aura, che a cadenza annuale vengono prima distribuiti tramite il loro shop per poi raggiungere tutti i canali convenzionali.
Terza edizione di questo imbottigliamento a grado pieno, che questa volta vede una maturazione per quasi nove anni (8,8 ci tengono a precisare) tutta in botti vergini di rovere francese, decisamente un azzardo per un malto di cereali misti che lo porta più verso lo stile statunitense che scozzese.
910 bottiglie a un prezzo non proprio economico per quello che è pur sempre un NAS e nemmeno single malt, ma bisogna sempre ricordare che Puni è una distilleria dalla produzione ridotta, e non ha certo i numeri per potersi permettere edizioni “popolari”.

Note di degustazione

Al naso il primo pensiero corre verso i rye americani, profumo pungente e speziato (secchiate di noce moscata e cannella) su melassa, miele d’acacia, buccia di mela matura, albicocca candita e pan brioche. Ma è solo l’esordio, perché lasciato evolvere nel bicchiere porta alla luce delle venature balsamiche e mentolate, con una manciata di frutta secca (noci, pinoli), datteri e una lieve impressione di legno verniciato. Intenso ma non prepotente.
Al palato dominano le spezie, con la paprika che si aggiunge alla compagnia, spostando l’ago della bilancia verso le componenti vegetali e balsamiche a discapito della parte più dolce e cremosa, qui nettamente in secondo piano e alquanto sfuggente. Si fa piuttosto secco in breve tempo, aprendo la strada a note di liquirizia, legno, frutta secca e accenni agrumati. La parte vegetale diviene preponderante in lunghezza, con finocchio e cetriolo.
Finale abbastanza lungo e vegetale, secco, con tocchi speziati, legno e frutta candita.

L’esperimento sulla carta poteva essere interessante ma lo trovo poco incisivo, gli spunti pur interessanti dell’olfatto si perdono fin troppo rapidamente all’assaggio, come se nonostante la gradazione importante non riuscisse a tenere alta la tensione gustativa. Davvero un peccato.

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