
Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 47,4%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Moet Hennessy
Prezzo: € 242,10 su Whisky Club Italia
Sito web ufficiale: www.ardbeg.com
Valutazione: 87/100
Correva l’anno 2015 e su Islay ricorrevano ben due bicentenari: quello di Laphroaig e quello di Ardbeg. Se la prima ai tempi festeggiò con un’edizione speciale del proprio 15 anni, in occasione dell’Ardbeg Day il vate della distilleria, l’amato/odiato Bill Lumsden, decise di realizzare un imbottigliamento che celebrasse passato, presente e futuro del distillato, usando scorte datate e più giovani per dare vita a questo NAS.
Uscito nelle consuete due versioni, una a gradazione superiore (49,2%) acquistabile solo in distilleria e quella per il mercato generale oggetto di questo articolo in 72.000 bottiglie, questo imbottigliamento è parso a molti un po’ sottotono per un evento di tale portata, se non altro per la scelta di una età non dichiarata.
Ma d’altronde, non sono gli anni che hai a contare, ma quelli che senti… nel bicchiere.
Note di degustazione
Al naso è insolitamente domo per un Ardbeg, con le tonalità dolci a fare da apripista agli aromi: crema catalana, arancia rossa, pesca, pinoli. Ovviamente non manca la torba, con le sue adorabili inflessioni di catrame e plastica bruciata, ma è così intrisa da componenti minerali e iodate da risultare quasi fresca e frizzante. Emergono anche note di malto e miele, con tocchi speziati di noce moscata e chiodi di garofano a impreziosire il bouquet. In lunghezza, si fa quasi balsamico. Gentilmente pervasivo.
Al palato attacca con una certa esuberanza alcolica, supportata da una lieve spruzzata di pepe, ma è ancora l’aspetto più dolce a prendere il sopravvento, incarnato nella frutta e nella componente pasticcera con una buona dose di frutta secca. Pesca, albicocca, arancia e mela vanno a braccetto con biscotti allo zenzero e malto, pinoli, e una torba che si fa più acre, senza abbandonare la natura costiera ma aprendosi a influssi più cinerei e a tratti medicinali. Un tocco di china e liquirizia chiude l’evoluzione in bocca, accompagnato da tonalità balsamiche che scivolano sul finale.
Finale abbastanza lungo e frizzantino, di arancia, spezie, torba in salamoia, frutta.
Si potrebbe effettivamente definire quasi un bignamino di Ardbeg, sospeso tra le evocazioni del passato e quelle del presente. Per questo forse manca di epicità e profondità, e in questo senso come imbottigliamento celebrativo non fornisce l’aspetto “wow”, restando un whisky “solamente” molto buono ma decisamente un po’ caro anche quando venne distribuito.
Recensioni di whisky da Ardbeg
Un’altra prospettiva:
Il Bevitore Raffinato