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Ardbeg Isola di Islay Scozia Whisky dai 100 ai 200 euro

Ardbeg Heavy Vapours (Commitee Release)

Recensione dell'imbottigliamento esclusivo del 2023

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 50,2%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon refill
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Moet Hennessy
Prezzo indicativo: € 135,00
Sito web ufficiale: www.ardbeg.com
Valutazione: 83/100

Ecco l’edizione per l’Ardbeg Committee del 2023, che si inserisce nella recente narrazione del “Pianeta Ardbeg” con tanto di graphic novel con alieni ed eventi misteriosi (visionabile tramite QRCode sulla bottiglia), il tutto legato alla particolare lavorazione di questo whisky.
Il nome fa infatti riferimento alla rimozione del purificatore, un apparecchio situato lungo il braccio superiore del secondo alambicco (lo spirit still) che raccoglie i vapori più pesanti per condensarli e ributtarli nell’alambicco così che vengano nuovamente distillati, aiutando quindi ad alleggerire il composto finale. Per la produzione di questo imbottigliamento, quindi, è mancata questa sorta di parziale ridistillazione, rendendolo (sulla carta) l’Ardbeg “più esagerato di sempre”, un claim in verità già sentito altre volte…
Uscito in edizione limitata per gli iscritti al Committee il 18 aprile, avrà la consueta versione a gradazione ridotta in occasione dell’Ardbeg Day di giugno.

Note di degustazione

Tanto vecchio non è questo NAS, almeno a giudicare dal naso, in cui le note vegetali si intrecciano con quelle di malto in modo alquanto preponderante, con abbondanza di frutta bianca (molta pera con banana acerba e melone bianco), mandorle, pasta di zucchero e una lieve spolverata di paprika. La torba è piuttosto gentile, legno di ginepro abbrustolito da cui nel tempo emergono venature minerali e qualche tocco costiero. L’alcol è del tutto assente in questa paletta aromatica tutto sommato dolce e piaciona.
Al palato la “sostanza” decantata dal nome si concretizza in una morbida cremosità in bocca, dove l’aspetto citrico (limone, chinotto) si prende l’incarico di guidare i sapori, contornati dalle spezie (pepe, chiodi di garofano e ancora paprika), con la torba che alza la tonalità delle tostature vegetali e di frutta secca, e la parte dolce a fare da contrappunto: crema pasticcera, gelèe alla cola, pera candita, cereali soffiati e cioccolato al latte (tipo Kinder Cereali). La parte costiera e minerale è quasi svanita, giusto qualche velleità balsamica in lunghezza.
Finale non molto lungo, dove si rincorrono le note citriche, dolci e vegetali con manciate di torba.

Ancora una volta un pitch che non trova corrispondenza nel bicchiere, con un dram tutt’altro che pesante e, anzi, piuttosto leggerino pur nella sua gradevolezza d’insieme. Più interessante al naso che in bocca, ma non abbastanza da giustificare un’edizione che di speciale non ha poi granché.

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