
Era dicembre del 2021 quando nell’elegante ed esclusivo salottino del Bar Borsa di Vicenza si tenne la prima degustazione di whisky del locale, all’epoca dedicata ai nuovi imbottigliamenti di Dream Whisky e guidata dal vulcanico Marco Maltagliati.
A distanza di quasi due anni, il locale all’interno della spettacolare Basilica Palladiana ha deciso lo scorso 4 maggio di ospitare una nuova degustazione, questa volta vissuta come un percorso sensoriale con abbinamenti pensati per esaltare ognuno dei tre whisky all’assaggio, guidata dal sottoscritto.

Tre bottiglie molto diverse tra loro, per produzione e provenienza, affiancate da abbinamenti inediti e ricercati.

Umiki, un blended giapponese il cui nome richiama due elementi: l’oceano (Umi) e l’albero (Ki).
Sono infatti queste le particolarità di un whisky che unisce malto giapponese e grain di provenienza internazionale, che a un classico invecchiamento in botti ex bourbon unisce un affinamento in botti di pino giapponese, con l’acqua dell’oceano (opportunamente desalinizzata e depurata) utilizzata per portarlo alla gradazione del 46%.
Abbinato a un tè bianco cinese, il Pai Mu Tan, realizzato nella zona del Fujan, che ha stupito me per primo per la perfetta integrazione degli aromi di queste due bevande apparentemente così distanti tra loro.
Amatheon, un whisky francese che avevamo già avuto modo di assaggiare qualche tempo fa, le cui note di cereali che quasi ricordano il pane si sono sposate a una ricotta all’origano e germogli di pisello.


E in chiusura, lo Spey Fūmāre nella versione a gradazione ridotta al 46% (mentre noi avevamo provato quella a grado pieno del primo batch), accompagnato a una tartare di gamberi rossi di Mazara e corallo, la cui grassezza era perfetto compendio per la torba delicata dello Speyside.
Ovviamente gli abbinamenti sono fatti per essere mescolati tra loro, seguendo il proprio istinto e gusto, ma quelli scelti insieme ad Alessandro del Bar Borsa sono stati riconosciuti come i più azzeccati, sapendo esaltare le caratteristiche l’uno e dell’altro e facendo scoprire a quelli che da poco si sono avvicinati al whisky la moltitudine di sfaccettature di questo nobile e ricchissimo distillato.
Una serata rilassata, come tra amici, come è nello spirito di questo blog e del locale che mi ha ospitato, e che mi auguro potrà ripetersi quando torneranno i primi freddi.
Il mio grazie va a tutti i partecipanti, che si sono fatti coinvolgere con divertimento in questa esplorazione di gusto, Alessandro per l’opportunità (e la professionalità dimostrata nell’organizzazione), Marco per il prezioso aiuto durante la serata (e per aver perorato con passione la “causa” dei whisky giapponesi!) e a tutto lo staff del Bar Borsa, un locale che come pochi altri contribuisce alla cultura di una città in fermento come Vicenza.


















