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Bowmore Isola di Islay Scozia Whisky dai 200 euro in su

Bowmore 25yo Small Batch

Recensione della versione 2013

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 43%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo:
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Suntory
Prezzo indicativo: € 340,00
Sito web ufficiale: www.bowmore.com
Valutazione: 75/100

Questo imbottigliamento di un quarto di secolo è, al momento, l’invecchiamento maggiore del portafoglio di Bowmore, prodotto in diverse annate a partire dal 2004 con l’etichetta modificata nel corso del tempo.
Quello che trovate in questo articolo proviene dalla versione prodotta nel 2013 (le successive, del 2017 e 2021, differiscono nel design), 8.000 bottiglie realizzate con distillato proveniente almeno dal 1988, andando quindi a toccare un periodo considerato da molti non esattamente felice per la qualità dello spirito prodotto. E purtroppo con alterazioni del colore e filtrazione a freddo.
Ma siamo fiduciosi e approcciamoci con trepidazione a un whisky che, sicuramente, non lascerà indifferenti.
Grazie a Riccardo per lo split di questa bottiglia certamente non economica.

Note di degustazione

Al naso si apre con impressioni piacevolmente costiere e marittime, un’intensa ondata di salsedine e iodio che pervade le narici con una gustosa iniezione di capesante alla griglia. Tra i flutti emergono carnosi frutti rossi, mela cotta, arancia rossa, un cenno di pesca matura e un vago sentore di plastica bruciata. Dell’ammorbidente alla violetta fa capolino sulle retrovie, senza invadenza ma con una caparbia persistenza. Armonioso ma con qualche stecca.
La parte di violetta esplode in bocca in modo sfacciato, lasciando una patina sul palato che rimane lungo tutta la bevuta tendendo a sovrastare gli altri sapori, con il fumo che si fa pungente perdendo le sue qualità costiere, accompagnando un mix di frutti rossi e agrumi adagiati su cenni tropicali e cioccolato fondente. La trama di impressioni minerali appare sfilacciata ma presente, con una punteggiatura di pepe nero un po’ sbarazzina. Ma alla lunga la violetta fa saltare il banco e si prende tutto.
Finale abbastanza lungo e secco, ovviamente di violetta, fumo delicato, frutti rossi, tocchi salini e cenni mentolati.

La presenza della violetta è così invadente da rendere difficoltoso discernere altro al palato, rendendo il tutto un pastone da bucato a tratti davvero fastidioso, sprecando il gusto di altre sfumature che mostrano potenzialità purtroppo inespresse.
Un vero peccato, a meno che ovviamente non si adori la violetta.

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Il Bevitore Raffinato

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