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Bruichladdich Fox Fitzgerald Imbottigliatori indipendenti Isola di Islay Rest & Be Thankful Scozia Whisky dai 100 ai 200 euro

Rest & Be Thankful Port Charlotte 2009 13yo

Recensione di una botte singola di Bruichladdich

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 60,3%
Botte di invecchiamento: Ex bourbon barrel
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Fox Fitzgerald
Prezzo: € 180,56 su Whisky Antique
Sito web ufficiale: www.restandbethanfulcompany.com
Valutazione: 89/100

Gli imbottigliatori indipendenti non finiscono mai: quando ti illudi di conoscerne abbastanza, eccone di nuovi all’orizzonte.
Al consumatore medio potrà sembrare solo un motivo in più di confusione, ma la verità è che gli IB, al meglio delle loro possibilità, sono un dono per l’appassionato curioso (e il recensore inquieto). Da questo punto di vista ci sentiamo profondamente riconoscenti per tutte le occasioni che abbiamo avuto, grazie a loro, di assaggiare whisky unici e preziosi.

Accogliamo quindi con favore l’esordio sul blog di Rest & Be Thankful: per un’introduzione più articolata a questo IB vi rimandiamo al sito di Beija-Flor, il distributore italiano.
Qui ci limitiamo a raccontarvi che dietro a questa etichetta si cela la vecchia proprietà di Bruichladdich prima che venisse ceduta all’attuale Rèmy Cointreau, mentre il nome così evocativo (“Riposa e sii grato”) proviene da un’iscrizione in pietra del 1753 sulla vecchia strada militare che usciva da Glen Coe, che si incontra percorrendo l’A83 da Glasgow in direzione del ferry boat per Islay.
Attivo dal 2012, Rest & Be Thankful imbottiglia sia rum che whisky, spesso single cask, non colorati e non filtrati a freddo, sempre con la premura di fornire in etichetta il maggior numero possibile di informazioni (data di distillazione, numero di botte, data di imbottigliamento ecc.), nell’ottica encomiabile di una trasparenza totale.

Oggi, grazie alla gentilezza di Lamberto allo stand Beija-Flor nell’ultimo Milano Whisky Festival, versiamo nel bicchiere un Port Charlotte distillato nel marzo del 2009 e imbottigliato nel settembre del 2022, in 225 esemplari, dopo 13 anni trascorsi in una ex bourbon barrel. La gradazione è un rilevante 60,3%.

Note di degustazione

Il colore è oro chiaro.
Al naso la prima impressione è, manco a dirlo, un fumo acre, intenso ma non prevaricante rispetto agli altri sentori, sorvegliato neanche troppo da distante da note di pasta frolla e crema pasticcera, con una spolverata di pepe sullo sfondo, e un tocco balsamico che ci fa pensare alla radice di liquirizia. Si fanno apprezzare anche un versante fruttato a base di susina e pesca e una grattatina di zest di limone. Tanto per non farci mancare nulla, ci sono pure le acciughe sott’olio. Gradazione incredibilmente non pervenuta.
Al palato, dopo un imbocco sensibilmente pepato, occupa il centro della scena lo sposalizio fra una dimensione cremosa (crema pasticcera) e una fruttata (mela gialla, pesca gialla e un miraggio di melone) con una passata di noce moscata che apre le porte a un finale medio-lungo, ancora piuttosto pepatello, con teneri baci di fumo e languide carezze di frutta.

Un whisky così è uno spasso e insieme una benedizione: sfacciato come Sharon Stone in “Basic Instinct” nel grado, dinamico come Bruce Willis in “Die Hard” nel profilo, imprevedibile come Frank-N-Furter in “The Rocky Horror Picture Show” nel ventaglio aromatico. C’è davvero da mettersi comodi, riposarsi, ringraziare e goderselo tutto.

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