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Glenturret Highlands Scozia Whisky dai 100 ai 200 euro

Glenturret 15yo 2021

Recensione della nuova versione in elegante decanter

Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 53%
Botti di invecchiamento: Ex sherry refill e first fill
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Lalique Group
Prezzo: € 189,34 su Vinoteca al Chianti
Sito web ufficiale: theglenturret.com
Valutazione: 84/100

L’acquisto della “più antica distilleria di Scozia” da una joint-venture con i francesi di Lalique ha portato a un radicale ripensamento dell’intero brand, passando per la ristrutturazione del centro visitatori, l’assunzione di Bob Dalgarno (storicamente impegnato con Macallan) come Master Blender e la totale revisione del packaging, abbandonando lo stile molto classico del passato per uno che riflettesse l’eleganza e il lusso che la nuova proprietà voleva imprimere alla distilleria.
Il 2020 ha visto dunque l’esordio del rinnovato portafoglio della distilleria, interamente ripensato non solo nell’aspetto ma anche nella composizione, con i dettagli dei singoli imbottigliamenti variabili di anno in anno così come, in alcuni casi, la loro gradazione.

Ecco quindi la seconda versione del quindici anni rivisitato, composta in parte da botti refill (definite come “mature”) e in parte da botti di primo riempimento ex sherry, a differenza dell’edizione 2020 che era stata realizzata con sole botti refill.
Grazie al distributore italiano Meregalli per il gentile campione.

Note di degustazione

Un naso che urla “sherry!” con estrema convinzione, unendo note acidule e vinose a una composta di frutti rossi (ribes, lamponi, amarene), arancia sanguinella e uvetta, accompagnate da un fondo di liquirizia dolce, cioccolato, confetti alle mandorle e una lieve ma decisa speziatura di cannella e noce moscata. C’è una sottile vena balsamica che emerge in lunghezza, flebile e sfuggente ma che aggiunge profondità a un profilo piuttosto carico.
E quel cenno di freschezza viene ripreso al palato, che mantiene il controllo della gradazione (molto azzeccata) e dell’influsso sherried, qui più sommesso che all’olfatto sebbene ancora ben marcato, con pepe nero e zenzero sparsi su una tavoletta di cioccolato ai frutti rossi, scorza d’arancia candita, glassa di zucchero e un’inattesa vena salata in lunghezza. Tornano anche le spezie a fare da accompagnamento senza strafare, con un accenno di legno sul fondo.
Finale abbastanza lungo, con la vena salata a segnare frutti rossi, cioccolato, liquirizia e guizzi balsamici.

Le botti ex sherry riusate, pare di capire svariate volte, hanno creato uno sherried dai toni smorzati e piuttosto eleganti, che era probabilmente l’intento del master blender, anche se pur con alcuni spunti di interesse viene a mancare quel tocco in più da far scattare, almeno a me, la scintilla. Ma resta comunque un buon risultato, forse un po’ sovrapprezzato ma data la confezione particolarmente ricercata ci può stare.

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