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Highlands Scozia Tomatin Whisky da 0 a 50 euro

Tomatin Legacy (secondo round)

Seconda recensione del whisky introduttivo della distilleria delle Highlands.

Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 43%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon e vergini
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Takara Shuzo Corp.
Prezzo: € 25,00 su Whisky Club Italia
Sito web ufficiale: www.tomatin.com
Valutazione: 83/100

Vi capita mai di avere un déjà-vu? Se siete fedeli seguaci di questo blog (e ovviamente lo siete), vi sembrerà di aver già letto un articolo simile, e non vi sbagliereste: ho già parlato di questo whisky di Tomatin a dicembre del 2020 (potete leggerlo qui).
Perché allora scriverne un altro?
Il Legacy è considerato da molti come un entry-level di grandissima qualità, e più di qualcuno si è stupito della valutazione così bassa che ne diedi all’epoca.
Dato che quell’articolo fu scritto sulla base di una miniatura (e non di un sample), che spesso risultano non molto affidabili rispetto alla conservazione del distillato, e visto che uno dei più convinti sostenitori di questo imbottigliamento ha pensato bene di fami omaggio di una bottiglia per farmela assaggiare al meglio delle sue possibilità… be’, chi sono io per ignorare il volere del Popolo?
Magari cambio idea, magari no: il bello del whisky è proprio il nostro rapporto con il contenuto del bicchiere, mutevole nel tempo.
Tra l’altro, durante le feste l’ho provato in questa ricetta (senza togliere l’alcol) con ottimi risultati.

Note di degustazione

Al naso è un’esplosione fruttata, con pesca, mela, pera e ananas che risuonano carichissime nelle narici, accompagnate da lievi venature speziate di cannella e noce moscata. Ma non c’è solo frutta, in poco tempo emergono note di shortbread, caramello, legno appena tagliato e una sottile vena metallica. Fresco e pieno.
La freschezza torna al palato, dove la frutta si fa più tropicale con maggiore incidenza dell’ananas in compagnia di un tocco di lime e mango, cui si aggiungono reminiscenze floreali ed erbacee specie in lunghezza. Le note speziate si fanno più presenti, tra pepe nero, cannella e noce moscata, su un corpo piuttosto leggerino (e beverino) dove l’alcol risulta forse più esuberante del previsto. Pera e pesca (sciroppata) si rifanno vive in seconda battuta assieme al gelato alla crema, punteggiate da tè verde, radice di liquirizia e una flebile nota balsamica.
Finale di media lunghezza dove la natura erbacea tende a prevalere, con spunti speziati su frutta e vaniglia.

Semplice senza essere banale, con un olfatto più opulento di quanto poi offra alla bevuta, che per il livello di prezzo a cui si offre e per la sua stessa natura risulta ottimo per la bevuta spensierata e pericolosamente copiosa.
Rileggendo quanto scritto a suo tempo, riconosco dei punti in comune e l’assenza di quelle pesanti asperità che me l’avevano fatto stroncare: se ancora ci fosse bisogno di ribadirlo, questi articoli non sono né vogliono essere sentenze, ma semplici raccolte di pensieri e sensazioni che, in quanto tali, sono effimere e personalissime, e possono mutare nel tempo.
Ed è anche questa la forza e la ricchezza del whisky.

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Un’altra prospettiva:
Il Bevitore Raffinato

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