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Ardbeg Isola di Islay Scozia Whisky dai 200 euro in su

Ardbeg Hypernova

Recensione dell'Ardbeg più torbato di sempre

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 51%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Moet Hennessy
Prezzo indicativo: € 210,00
Sito web ufficiale: www.ardbeg.com
Valutazione: 87/100

Nuovo rilascio per l’Ardbeg Committe, l’ultimo del 2022, che prova ad alzare la posta rispetto al già torbatissimo Supernova (uscito in svariate edizioni) lanciandosi nell’Iper. Non si tratta di un grandissimo supermercato, bensì di una supernova (ovvero un’esplosione stellare) all’ennesima potenza, dal punto di vista astronomico puramente teorica ma che, grazie ai 170ppm di questo whisky, si può metaforicamente osservare nel bicchiere.
L’Ardbeg più torbato di sempre (fino al prossimo, ovviamente), per la cui materia prima la distilleria ha dovuto affidarsi a malterie non di Islay, dove pare non fosse possibile raggiungere il livello desiderato di ppm, invecchiato per un tempo imprecisato (presumibilmente breve) in botti ex bourbon, con il consueto côté di mugugni e prezzi (quelli sì) esplosivi poco dopo l’uscita sul mercato.
Grazie a Emanuele per il gentile campione.

Note di degustazione

Come spesso accade con le roboanti promesse sui torbati che più torbati non si può, ci si ritrova con un naso meno acre e pungente delle attese: la torba è declinata nella sua forma più vegetale e umidiccia, di corteccia e foglie macilente intrise di acqua di mare, legate assieme da lacci di gomma e passate sulla carbonella scoppiettante. Venature acidule di limone segnano un’onda crescente di frutta secca e cereali, con brevi cenni di vaniglia in sottofondo, dando una netta impressione di new make che fa supporre una discreta giovinezza del distillato. Emergono anche sbuffi medicinali, ma alla lunga è la tostatura vegetale e costiera a prevalere, senza farsi mancare qualche tocco di bacon croccante.
Al palato si fa inaspettatamente più dolce, con l’ingresso di pepe e zenzero che anticipa un corpo fresco e ancora vegetale con vaniglia e zucchero a velo alquanto prominenti. Torba ben presente, più netta e fumosa che all’olfatto, con radice di liquirizia tostata, frutta secca, erbe e spezie (alloro, ginepro, anice) senza dimenticare l’aspirazione costiera e limonosa che resta sempre in sottofondo. Si abbassano i toni imberbi di cereale, che però non spariscono, facendo apparire vaghi sprazzi di caffè e cioccolato, ma si fa allappante sulla lunghezza rilevando la propria anima acerba.
Finale lungo dove la componente dolce svanisce piuttosto in fretta per lasciare ampio spazio a cenere, secchezza e tonalità amarotiche, con le note saline a chiudere il cerchio.

Al netto dell’hype(rnova), siamo dalle parti dei mega torbati alla Octomore di Bruichladdich, che dimostrano come il numero di ppm sia, appunto, solo un numero e non abbia alcuna correlazione diretta con l’incisività del fumo nel bicchiere. Un whisky giovane che sa comunque offrire ricchezza pur nella sua semplicità, che si fa ricordare in lunghezza senza intaccare però la complessiva gradevolezza del dram.

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Un’altra prospettiva:
Whisky facile

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