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Highlands Scozia Tomatin Whisky dai 50 ai 100 euro

Cù Bòcan Creation #1

Recensione del primo Tomatin sperimentale

Provenienza: Highlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex birra ed ex moscatel
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Takara Shuzo Corp.
Prezzo: € 57,00 su Whisky Italy
Sito web ufficiale: www.tomatin.com
Valutazione: 83/100

Leggenda vuole che a ogni generazione, uno spirito dalla forma canina appaia nelle Highlands diffondendo caos e devastazione, per poi svanire così com’è apparso in uno sbuffo di fumo blu.
Questa creatura così vivace e indomita in gaelico viene chiamata Cù Bòcan, e quale nome più adatto per questa versione lievemente torbata e sperimentale della classicissima Tomatin?
Creato nel 2013, Cù Bòcan viene realizzato a partire da un piccolo lotto di orzo lievemente torbato (circa 15ppm) che viene distillato ogni inverno, messo poi a maturare in una serie di botti ricercate che sappiano sposarsi con la sua inusuale natura.
Rivisto completamente nel design e negli imbottigliamenti nel 2019, al momento Cù Bòcan vede in pianta stabile il Signature Malt (botti vergini americane, ex bourbon ed ex sherry oloroso) che, come suggerisce il nome, segna la strada maestra, affiancato da diverse edizioni, chiamate Creation, che si differenziano per il tipo di maturazioni e che sono, a oggi, arrivate al quarto imbottigliamento cui si è recentemente aggiunto un quindici anni, oltre a svariate versioni limitate.

Partiamo dal numero 1, realizzato a partire da botti ex birra Imperial Stout della Black Isle Brewery ed ex Bacalhôa Moscatel De Setúbal, un matrimonio effettivamente bizzarro che crea non poca curiosità.

Note di degustazione

Il naso è piuttosto vivace, con buccia di mela, scorza d’arancia, uva sultanina, biscotti allo zenzero e un pizzico di noce moscata che evocano un dolce natalizio, accompagnato da una tazza di latte acido al cacao con una goccia di caffè. Lieve sottofondo di acetone e legno, con la torba che si incarna in una flebile nota terrosa che percorre gli aromi. Un equilibrio tra dolcezza e acidità che stranamente funziona.
Al palato è il caffè a fare la parte da leone, più in forma di caramella che espresso, accompagnato da note fruttate acidule (agrumi, mela croccante e frutti rossi), impressioni di cacao, meringa e un’intensa venatura erbacea dai guizzi amarotici. Accenti speziati danzano su una sottile nota di fumo che emerge in lunghezza.
Finale mediamente lungo di caffè, cacao, note vegetali, mela e legno affumicato.

Molto interessante all’olfatto, con quelle note un po’ “storte” che sanno unirsi in un’armonica dissonanza, perdendosi un po’ in bocca dove appaiono meno integrate e con qualche stonatura. Prendendolo come esperimento, e pensando al malto di origine, è comunque un dram che vale l’esperienza.

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