
Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 49,9%
Botti di invecchiamento: Refill ex bourbon barrel
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Suntory
Prezzo indicativo: € 3.433,99 su Spirit Italia
Sito web ufficiale: www.laphroaig.com
Valutazione: 90/100
Festeggiamo la centesima recensione “squattrinata” sul blog con il whisky meno squattrinato fra quelli sotto mano (in campione, s’intende: non fatevi strane idee). D’altronde, si sa, la coerenza è la virtù degli stupidi e, soprattutto, quel sample ci chiamava da troppo tempo.
Un Laphroaig 33yo, presentato in Italia lo scorso dicembre al Milano Whisky Festival: terza release, dopo due trentenni, della serie denominata “The Ian Hunter Story”. Il sottotitolo, “Book 3 – The source protection”, fa riferimento alla storica vittoria di Ian Hunter, proprietario di Laphroaig dal 1908 al 1944, nella disputa con i vicini di casa (chissà quali…) sulla proprietà della sorgente d’acqua.
Di questo whisky, distillato nel lontano 1987 e invecchiato in refill ex bourbon barrel prima di essere imbottigliato alla gradazione del 49,9% nel 2021, sono arrivate in Italia soltanto 60 bottiglie.
Siamo quindi particolarmente riconoscenti a Lamberto, megadirettore galattico di Whisky Art, per il generoso campione in dono.
Note di degustazione
Il colore è un oro caldo.
Al naso il primissimo impatto non lascia alcun dubbio sulla distilleria di provenienza: aringhe sotto sale, alghe, cenere di falò. Un sentore di pelle conciata e uno di funghi bagnati accompagnano l’ingresso nello spettro percettivo di una nota piuttosto intensa di pompelmo, seguita da impressioni di albicocche secche, crema al vin santo e rabarbaro. Già così la sensazione è di un olfatto complesso, stratificato, che richiede tempo e attenzione per essere decifrato al meglio. Una fragranza riconducibile alla radice di liquirizia fa presagire una svolta balsamica, ma in realtà è molto più evidente l’affievolirsi irrimediabile (e prevedibile, data l’età) della nota marina per dare spazio a sentori più dolci, quasi mielosi (albicocche al miele?), fra i quali spicca la crema pasticcera.
L’imbocco è pepato, come da tradizione per Laphroaig, con alghe e cenere a braccetto, una dolcezza fruttata di fondo (albicocca) e sfumature di crema pasticcera. Lo zest di agrumi fa il paio con un’abbondante pesca sciroppata, mentre anche al palato, con il passare del tempo, la nota marina va progressivamente spegnendosi, affidando il proscenio del gusto a sentori più dolci, lo zabaione in particolare.
Nel finale la resa del fumo si compie del tutto: in bocca rimangono impressioni, peraltro concilianti, di frutta sciroppata e crema pasticcera (più indietro).
Un whisky prestigioso, sofisticato e appagante, che esprime al meglio ciò di cui è capace Laphroaig sulla lunga durata. Un’esperienza sensoriale che si rivela, come negli esempi più alti di questo distillato, un viaggio nel tempo e negli aromi di rara suggestione.
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Whisky Facile