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Ardbeg Isola di Islay Scozia Whisky dai 200 euro in su

Ardbeg 25yo

Recensione dell'invecchiameno più alto nel core range

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Moet Hennessy
Prezzo: € 1990,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.ardbeg.com
Valutazione: 88/100

Edizione molto attesa al suo esordio, questo 25 anni è al momento l’imbottigliamento più maturo del portafoglio di Ardbeg, uscito a partire dal 2020, in una confezione alquanto ricercata e con una bellissima bottiglia in vetro nero.
Questo whisky proviene da un periodo molto difficile per Ardbeg, dato che al tempo la distilleria lavorava a bassissimo regime vista la crisi imperante in tutto il mondo dello scotch e non solo, e contiene distillato proveniente da quegli anni ’90 che hanno prodotto imbottigliamenti leggendari come i Traigh Bhan e gli ottimi Cadenhead’s e MNIW che ho provato qualche tempo fa.

Fortemente voluto da Bill Lumsden, questo imbottigliamento di un quarto di secolo è l’erede non dichiarato del Lord of the Isles, realizzato tra il 2001 e il 2007 (qui trovate il pensiero di Whisky Facile sulla versione 2001), stessa maturazione e in una confezione altrettanto altisonante.
Una nota sul prezzo: al momento dell’uscita, da listino si aggirava intorno ai 750,00 euro.

Note di degustazione

Al naso si sente subito la differenza con gli Ardbeg moderni, qui la torba è nettamente vegetale e doma, intrisa di arancia, albicocca secca, mela renetta, radice di liquirizia, ginepro, un pizzico di timo e un sottile strato ceroso di sottofondo. L’oceano è una marea lontana e sottile. Nel tempo, emerge un’impressione di castagna e si fa più setoso e dolce. Molto elegante e compassato.
Una bella speziatura saluta il palato, di pepe nero e paprika, accompagnando un corpo molto morbido che riporta al castagnaccio, con le note agrumate che fanno da contraltare assieme a mela, un tocco di vaniglia e un fumo compatto e sinuoso. Molto “solido”, con il legno che tende a farsi sentire in lunghezza, austero e rigido. La componente marina è sempre un’eco lontana.
Finale lungo e pastoso, cenere bagnata, legno, nespole, arancia essiccata.

Sobriamente elegante, moderato, tranquillo… aggettivi che difficilmente si associano alla distilleria, ma che qui trovano pienamente senso. La bassa gradazione fa mancare quel po’ di nerbo e spinta che avrebbero dato maggiore profondità al whisky, lasciando l’impressione di una bevuta che poteva essere straordinaria e si rivela “solamente” buona.

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