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Irlanda Micil Distillery Whisky da 0 a 50 euro

Micil Inverin Small Batch

Recensione di un blended irlandese molto particolare

Provenienza: Galway (Irlanda)
Tipologia: Blended Irish Whiskey
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon, ex sherry PX, ex poitin
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Micil Distillery
Prezzo indicativo: € 50,00
Sito web ufficiale: micildistillery.com
Valutazione: 87/100

La storia di questa distilleria irlandese ha le sue radici nella metà dell’Ottocento, quando Micil Mac Chearra distillava illegalmente il poitin (un pot still non invecchiato) su una collina del Connemara, con la famiglia che ha mantenuto negli anni l’arte della distillazione (lecita, stavolta) sulla baia di Galway.
Arriviamo al bis-bis-bis-nipote, Pádraic Ó Griallais, che nel 2016 fonda una distilleria in suo onore, la prima dopo oltre un secolo a Galway, producendo poitin, gin e, dal 2020, whiskey.
Nell’attesa di poter imbottigliare quest’ultimo, com’è tradizione in Irlanda, a fine 2021 la distilleria ha rilasciato due imbottigliamenti realizzati con whiskey di terze parti, affinato in botti di proprietà: Micil Earls Island, un single pot still, e questo Micil Inverin Small Batch.

La distilleria non fa alcun mistero sul percorso produttivo di questo blended, che è quanto mai particolare nella ricerca di sapori e aromi.
Partendo da whiskey prodotti da Great Northern Distillery, è stato creato un blend iniziale composto al 20% da grain vergine, 45% grain ex bourbon, 20% malto torbato a tripla distillazione, 10% malto a doppia distillazione e 5% pot still a tripla distillazione.
Il blend è stato messo ad affinare in due tipologie di botti, ex Pedro Ximénex ed ex bourbon re-charred, ma dopo diversi assaggi dalle botti si è ritenuto dover aggiungere un malto a doppia distillazione del 2017, maturato in botti ex bourbon con affinamento in ex PX sempre dalla GND: avete mal di testa? Mica è finita qui!
Prima di unirla al blend, quest’ultima componente è stata affinata per nove mesi in botti ex poitin torbato di Micil, che a sua volta aveva maturato per sei settimane in botti vergini di castagno spagnole.
Il blended finale, abbassato alla gradazione del 46%, alla fine è quindi composto al 47,5% di blend affinato in botti ex bourbon first fill, al 47,5% di blend affinato in botti ex PX e al 5% dell’ultima aggiunta di malto in ex bourbon, ex poitin ed ex PX.
Follia? Forse, dipende dal risultato finale.

Note di degustazione

È la torba a emergere per prima al naso, un misto di legna bruciata ed erbe aromatiche grigliate in cui dominano ginepro e timo. E ci troviamo proprio su un barbecue, dalle parti del filetto di angus più che delle costine di maiale, su un letto di fette di ananas e di arancia essiccate, radice di liquirizia, salsa Worchester e caramello. C’è spazio anche per dei cereali tostati. Peculiare.
In bocca crescono le componenti più scure di liquirizia, tamarindo e more, con chips di mela, caramello, biscotti al malto e caffè americano a fare da accompagnamento, il tutto spolverato da peperoncino e paprika. Chiodi di garofano ed erbe aromatiche si tengono sul fondo, assieme all’erba bruciata su un falò di rovi.
Finale abbastanza lungo di liquirizia, mela, agrumi essiccati, barbecue spento, erbe aromatiche.

Il risultato finale è davvero eccellente, difficile dire quale delle componenti così meticolosamente scelte abbia più influenzato il blended, fatto sta che nel bicchiere ci si ritrova un prodotto unico e ricco, a un prezzo stracciato, che dimostra un’attenzione e un amore per il distillato davvero rari.

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