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Imbottigliatori indipendenti Isola di Jura Jack Wiebers Jura Scozia Whisky dai 200 euro in su

Jack Wiebers Isle of Jura 20yo (1998 – 2018)

Recensione di uno Jura ventenne imbottigliato dal tedesco Jack Wiebers

Provenienza: Jura (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 51,2%
Botte di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Jack Wiebers Whisky World
Prezzo indicativo:  250,00
Sito web ufficiale: www.jwww.de
Valutazione: 89/100

Diciamo la verità: salvo rare eccezioni, non è che i whisky di Jura, gli OB almeno, riscuotano particolari consensi fra gli appassionati, tanto che anche sui social piovono sberleffi di ogni genere. Possiamo confermare: i pochi Jura che abbiamo assaggiato non erano esattamente memorabili.
Ma oggi nel bicchiere versiamo un imbottigliamento indipendente, e di una certa età. E poi garantisce Matteo Zampini di Lost Dram Selections, che lo scorso ottobre, alla Treviso Whisky Week, ha esclamato perentorio, con la bottiglia in mano (come da foto): “Questo è l’unico Jura buono!” L’esperienza di Matteo, un po’ come la sua barba, non si discute, così, dopo averlo ringraziato per il sample, ci accostiamo alla bevuta con fiducia.

Jack Wiebers è un imbottigliatore indipendente tedesco, con sede a Berlino, attivo dal 1998 che, fino a oggi, ha rilasciato più di 900 whisky, tutti single cask. La sua serie più nota, anche per le speciali etichette, è Old Train Line, cui appartiene pure questo Jura, distillato nel settembre del 1998, invecchiato in una botte ex bourbon (la n. 2137) e imbottigliato nel dicembre del 2018 in 242 esemplari, alla gradazione di 51,2% ABV, senza aggiunta di colorante né filtrazione a freddo.

Note di degustazione

Il colore è un oro chiaro.
Al naso ci accoglie una macedonia di frutta tropicale, con ananas maturo e mango in evidenza, seguita da un sentore di spezie miste (timo e maggiorana su tutte) e da una spolverata piuttosto lieve di pepe bianco, mentre una nota balsamica riconducibile all’eucalipto comunica una sensazione di freschezza particolarmente gradevole. L’intensità delle diverse percezioni varia di minuto in minuto, ma, per quanto dinamico, l’olfatto mantiene sempre un equilibrio invidiabile. Dopo qualche momento si affaccia un soave profumo di vaniglia, a braccetto di un goloso cioccolato al latte.
L’imbocco è decisamente pepato. Qui vaniglia e cioccolato al latte arrivano immediatamente, accompagnati, a breve distanza, da crema pasticciera e mela gialla. Nelle retrovie si fanno apprezzare il timo e la maggiorana, mentre, con il procedere della bevuta, il profilo gustativo è sensibilmente arricchito da malaga e zest d’arancia.
Il finale pepato vede tornare in scena la crema pasticcera e, soprattutto, la macedonia di frutta tropicale, che lascia in bocca un lungo ricordo di sé.

Il minimo che si possa dire di questo ventenne è che è buonissimo. Sorprendente e armonico all’olfatto, confortevole al palato, con un finale che non si dimentica, un whisky che ci ricorda come non esistano cattive distillerie, ma eventualmente cattive gestioni. E come i bravi imbottigliatori indipendenti rappresentino spesso il migliore antidoto alla banalità e alla noia.

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