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Glen Elgin Imbottigliatori indipendenti Mossburn Scozia Speyside Whisky dai 50 ai 100 euro

Mossburn No.19 Glen Elgin 2008

Recensione di un single cask di 10 anni.

Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 59%
Botte di invecchiamento: Ex bourbon hogshead
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Mossburn Distillers
Prezzo: € 59,00 su Ghilardi Selezioni
Sito web ufficiale: mossburnwhisky.com
Valutazione: 84/100

Mossburn Distillers è nota agli appassionati per aver fondato la seconda distilleria legale sull’isola di Skye, Torabhaig, ma è circa nello stesso periodo che ha iniziato a imbottigliare single cask (con l’etichetta Vintage Casks) e blend tematici (Island e Speyside finora), e ha da poco aperto un’altra distilleria al confine sud della Scozia, Reivers, dedicata ai single grain.
Ma pur avendo il cuore ben saldo nelle lande scozzesi, le radici dell’azienda sono svedesi, avendo alle spalle la famiglia (milionaria) Paulsen, in particolare Frederik Paulsen Jr., che sebbene abbia trovato fortuna nell’azienda biotecnologica fondata dal padre, da diversi anni si occupa di distillati.
Mossburn è infatti tra i finanziatori della distilleria giapponese Kaikyo, nota per il blend Hatozaki, e si trova anche dietro altri marchi come la vodka Mamont e il liquore Mozart nonché diverse etichette di vino, ma il legame con le lande scozzesi non è puramente economico: Paulsen è tra i finanziatori del Sabhal Mòr Ostaig, un centro culturale che si occupa della conservazione e diffusione della lingua gaelica su Skye.

Ma veniamo alla bottiglia oggetto dell’articolo, un Glen Elgin distillato nel 2008 e imbottigliato il 10 dicembre del 2018, diciannovesimo single cask della serie che, a oggi, è arrivata all’uscita numero 27.
Grazie a Ghilardi Selezioni per la gentile bottiglia.

Note di degustazione

Al naso è un mix di frutta e tonalità erbacee, dove ananas, lime, pesca e pompelmo si intrecciano con erba appena tagliata, erica e delle velleità balsamiche. Pasta di zucchero, marzapane e carta di giornale completano il quadro, con venature minerali e un vago sentore di gomma. In tutto questo, grande assente è l’alcol, persosi nel paesaggio bucolico.
È in bocca che la gradazione decide di farsi presente, una bella vampata di calore che accoglie il palato assieme a una discreta pepatura, ma è solo un ruggito iniziale che lascia poi spazio a toni ben più accomodanti di frutta e vegetali, un’insalata di ananas, pompelmo, sedano e foglie di tè che domina sugli accenti più dolci di miele e vaniglia che appaiono appannati e spenti. Tornano gli accenti balsamici e, alla lunga, emerge anche del finocchio.
Finale abbastanza lungo e secco, piuttosto minerale, che ripercorre i tratti degustativi specie nelle componenti erbacee e vegetali.

Ho conosciuto Glen Elgin con lo strepitoso imbottigliamento dei Facili, e qui ne ritrovo molte delle caratteristiche seppur con meno ricchezza e profondità. Un whisky classico eppure diverso, quasi vegano nelle sue coloriture.

Recensioni di whisky da Glen Elgin nel blog

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