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Dream Whisky Imbottigliatori indipendenti Isola di Islay Lagavulin Scozia Whisky dai 100 ai 200 euro

Dream Whisky Blu Islay

Recensione di una delle "Sfumature" dell'imbottigliatore italiano.

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 53,8 %
Botte di invecchiamento: Ex bourbon ed ex vin santo
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Dream Whisky
Prezzo: € 180,00 su Dream Whisky
Sito web ufficiale: dreamwhisky.com
Valutazione: 89/100

L’ultimo Milano Whisky Festival ha rappresentato l’occasione per Dream Whisky, il progetto di Marco Maltagliati e Federico Mazzieri nato ufficialmente nel 2019, di presentare ad appassionati e addetti ai lavori la nuova collezione di imbottigliamenti, “Sfumature”: tre single cask che raccontano i colori della Scozia.
Come si legge sul sito web di Dream Whisky: “Ognuno di noi ha scelto il colore che più lo rappresenta e dal quale è rimasto maggiormente colpito la prima volta che ha solcato questa meravigliosa terra”.
Tre whisky, allora, per tre colori peculiari del paesaggio scozzese: Hill Verde, Blu Islay e Oro di Scozia. A Milano siamo riusciti ad assaggiare il primo: uno straordinario Allt-A-Bhainne 24yo ex bourbon, i cui sentori “campestri” di fieno, anice e radice di liquirizia, fra gli altri, sono riusciti a evocare perfettamente, nel loro insieme così fresco e armonico, l’immagine di una distesa verde in cui perdere lo sguardo.
Oggi versiamo nel bicchiere il Blu Islay. Nelle parole di Federico: “Una tonalità di blu che nasconde al suo interno il mistero della notte, la profondità di un cielo terso e le sfumature dell’oceano”.

Si tratta di un whisky proveniente da una distilleria localizzata sulla costa meridionale di Islay (“Non è Ardbeg e non è Laphroaig”, ci ha confessato Marco), invecchiato per 9 anni in una singola botte ex bourbon e affinato per gli ultimi 2 in un caratello di vin santo, prima di essere imbottigliato, nel suo colore naturale e senza filtrazione a freddo, a 53,8% ABV.

Note di degustazione

Nel bicchiere ci guarda uno splendido ambra brillante.
Al naso la prima impressione è vinosa, di vin santo, manco a dirlo, ma anche di uva bianca appena colta e di vinacce, con un tocco di bignè allo zabaione. Dopo pochi minuti, però, Lagavulin si toglie la maschera, con un discreto sentore salino, una nota di alga e una decisa impressione di tabacco. Sullo sfondo percepiamo distintamente un effluvio floreale riconducibile al gelsomino. La dolcezza del vino, così preponderante all’inizio, sembra un po’ ritirarsi, pur senza scomparire del tutto, lasciando spazio a memorie di pesce sotto sale e di camino spento. Ci troviamo di fronte a un olfatto stratificato, che richiede tempo per essere decifrato, e goduto, completamente.
Al palato, l’imbocco sa di paprika dolce, con il fumo un po’ più indietro e con una marcata salinità che aumenta la salivazione. Mentre lo zabaione fa coppia con la salsa BBQ, si affaccia una nota tropicale di papaya che apre le porte a un finale piuttosto lungo e salato, contraddistinto da un filo di fumo che fa pensare a un posacenere spento da ore, e da un ultimo riflesso di dolcezza.

Un whisky sofisticato, cui l’affinamento alquanto inusuale ha donato un profilo imprevedibile che potrà non piacere a tutti, ma che non assomiglia a nessun altro. La sua dimensione più squisitamente marina rappresenta senza dubbio alcuno un efficace correlativo aromatico del nome che porta.

Recensioni di whisky da Lagavulin nel blog

Recensioni di whisky da Dream Whisky nel blog

4 commenti

  1. Buonasera a tutti i “whisky art”, Ho avuto modo di assaggiare il blu islay al whisky festival e devo dire Che ,per quanto abbia apprezzato i sentori e la parte aromatica , l’ astringenza e l’allappatura della lingua era ,Secondo me ,troppo accentuata fino ad essere disturbante. Voi non l’ avete percepita per niente ? .

    1. Anzitutto, grazie del commento, e del momento di confronto che ci offre. Sinceramente no. In bocca ho percepito una marcata salinità, peraltro in linea col profilo “marino” di Lagavulin, che ha aumentato la salivazione. Ma nessuna traccia di astringenza o allappamento.

  2. Questa discrepanza tra “eccessiva” e “nessuna traccia” m’ inquieta un po’ , ero convinto fosse colpa di eventuali tannini Derivanti dal caratello. Lo riassaggerò prima o poi . Comunque Grazie per la risposta .

    1. In ogni percezione c’è una buona dose di soggettività: tu hai avvertito un’astringenza dovuta ai tannini che io, semplicemente, non ho rilevato. Alessandro, il mio parere non è più autorevole del tuo, quindi non inquietarti troppo 😉 Piuttosto, se riuscirai a riassaggiare il Blu Islay, avrai tutta la mia invidia, perché è uno splendido whisky.

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