
Lo scorso lunedì 22 novembre si è tenuta la prima degustazione online organizzata da questo blog in collaborazione con WhiskySamples.it, un incontro in cui grazie alla famosa (e famigerata) piattaforma Zoom abbiamo conversato, degustando insieme cinque espressioni di Springbank, la distilleria tutta artigianale di Campbeltown.
I box di degustazione con i cinque sample sono andati letteralmente a ruba, vista anche la presenza di due edizioni molto amate, il 12yo Cask Strength e il Local Barley.
Come è nello stile di questo blog, è stato sicuramente un incontro tra amici e non una lectio magistralis, giacché siamo convinti che il whisky sia prima di tutto condivisione e che non esistano esperti ma solo appassionati, più o meno abili a discernere aromi e sapori nel bicchiere.
E con questo spirito abbiamo passato assieme quasi due ore a scambiarci impressioni sui cinque sample tra le nostre mani, un brainstorming che ha portato anche a parlare di cosa significhi degustare un whisky, di neuromarketing e di effetto Proust.
Di seguito, trovate una summa delle impressioni sui singoli dram.
SPRINGBANK 15YO

Botti ex bourbon ed ex sherry, gradazione del 46%, al naso dopo una iniziale esuberanza alcolica la prima impressione condivisa è stato un curioso wurstel alla brace a cui si è unita della caramella Rossana, cioccolato con cristalli di sale, Ritter Sport all’uvetta, agrumi grigliati, tutte note che dimostrano (se mai ce ne fosse bisogno) quanto il whisky sia capace di evocare ricordi e sensazioni radicati nel nostro vissuto.
In bocca arriva un fumo non invasivo su un corpo pastoso (“ciccio”, come ha detto qualcuno), Mon Chéri, frutta candita, sciroppo d’acero, nota amara ed erbacea sul finale che alcuni han collegato al carciofo o alla liquirizia, molto lungo. Alcol del tutto integrato al punto da renderlo un po’ ruffiano e di bevuta pericolosamente facile.
A bicchiere vuoto, esprime maggiore dolcezza ed emerge del cuoio.
SPRINGBANK 17YO MADEIRA

Ex rum ed ex bourbon con tre anni di affinamento in ex madeira, gradazione al 47,8%, distribuito nel 2020 e parte della wood series, al naso rivela una notevole influenza del rum con zucchero di canna, pastafrolla, toffee, pera williams, e fumo sottotraccia, senza apparente contributo del vino portoghese. In generale, è stato trovato meno incisivo e stratificato del 15yo.
Al palato rivela la propria forza, con il madeira che mostra la sua presenza e i sapori che esplodono nella frutta (pera, pesca, frutti di bosco), nella parte liquorosa e nel fumo presente come punto d’appoggio. Elegante e setoso, con il bourbon che esce più in lunghezza come nota di fondo. Un whisky che, come il primo degustato, spinge alla bevuta ma per approfondirne le sensazioni.
SPRINGBANK 18YO

45% da ex bourbon e 55% da ex sherry, 46% di gradazione per questa espressione annuale a partire dal 2009, nell’edizione del novembre 2020 in cui è lo sherry a emergere per primo al naso, con caramelle alla fragola, frutti rossi in abbondanza, tocchi floreali di viola, ananas, pera acerba, ruggine, fumo molto distante. Ed è uscito pure del brodo!
E anche in bocca il fumo resta una sensazione lontana, salinità accentuata, vaniglia, miele, limone, frutta secca, mandorla cruda, alquanto astringente. Ancora eleganza e pacatezza, una complessità da contemplazione.
SPRINGBANK 12CS BATCH 21

Mix ricco di botti, ex bourbon, sherry, borgogna e porto, alla gradazione del 56,1%, al naso per alcuni il porto è subito evidente, esprimendo una notevole anima vinosa, per altri l’alcol è particolarmente esuberante. Frutta secca, brodo, torba erbacea e limacciosa, frutta matura, caramella mou, tabacco, zabaione, un olfatto denso e corposo che, come ha detto qualcuno, crea dipendenza.
In bocca si evidenzia la gradazione presente ma non traumatica (un palato “scalmanato”, si è detto), fumo più marcato con tocchi medicinali e balsamici, nota acidula, caffè, sale, frutti rossi, cioccolato fondente, liquirizia dolce, impressioni metalliche e marzapane sul finale. Con l’acqua si apre il bouquet, facendo emergere frutta a guscio, fiori e torta paradiso.
SPRINGBANK 10YO LOCAL BARLEY 2021

Tutto in ex sherry oloroso, 55,6% di gradazione, realizzato con orzo Belgravia dalla fattoria Glencairg a 3 chilometri dalla distilleria, esprime al naso ancora caramella Rossana, mou, mandarino maturo, propoli, frutti rossi, tè nero, crema catalana, spirito. Per qualcuno, un’influenza dello sherry così pesante da far perdere forse il senso dell’unicità dell’orzo, che risulta troppo coperto. Tutto sommato, percepito come non molto complesso.
Al palato si è rivelato dolce e morbido, fumoso, frutti rossi, datteri, caffè, salino, molto tannico, un gusto che in generale non ha colpito molto, specie rispetto alle aspettative.
Ovviamente è nata la discussione sul valore intrinseco degli imbottigliamenti di questa serie, che probabilmente all’uscita hanno un prezzo ragionevole, ma che soffrono dell’hype e della speculazione che li colpisce in breve tempo.
E per concludere, quale whisky ha convinto di più? In realtà i voti sono stati abbastanza equilibrati tra 18, 12 e 17, ma è quest’ultimo alla fine ad aver raccolto un consenso quasi unanime.
Molti sono riusciti ad avanzare un altro dram del proprio sample, grazie alla generosa porzione da 4cl fornita per la degustazione, e si potranno quindi confrontare di nuovo con ogni singolo imbottigliamento tra qualche tempo.
Che dire? È stata una serata allegra, fatta di convivialità e confronto che ha azzerato le distanze grazie alla passione che unisce tutti.
La prima degustazione… e non sarà l’unica.