
Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 47,5%
Botte di invecchiamento: Ex sherry oloroso
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Morrison Distillers
Prezzo indicativo: € 77,00
Sito web ufficiale: www.morrisondistillers.com
Valutazione: 86/100
Le poche volte in cui Laphroiag è imbottigliato da indipendenti, cambia nome e diventa Williamson. I motivi sono di natura legale, anche se oggi, pensando alla crescente voglia di trasparenza di alcune distillerie che informano apertamente i consumatori sulle percentuali di whisky provenienti dall’una o dall’altra botte e persino sulla qualità di orzo utilizzato, questi scrupoli sembrano davvero provenire da un’altra epoca. La scelta del nome Williamson, invece, è un omaggio a Elizabeth “Bessie” Williamson (1910-1982), storica direttrice di Laphroiag negli anni Sessanta, il cui profilo biografico è ottimamente tracciato da Whisky Italy, nella sezione del sito “Whisky Heroes”, qui.
Oggi abbiamo nel bicchiere un Williamson della serie “Strictly Limited” di Càrn Mòr, l’etichetta di Morrison Distillers che nel tempo, grazie a proposte di alto livello, si è guadagnata un notevole credito presso gli appassionati. Si tratta di un 10yo invecchiato integralmente in hogshead ex sherry oloroso, distillato nel 2010 e imbottigliato nel 2020 a 47,5% ABV, senza filtrazione a freddo e nel suo colore naturale, in 1139 esemplari complessivi. Non va confuso con un altro Williamson di Càrn Mòr, più recente, imbottigliato però nel 2021 in 1052 esemplari e più facilmente reperibile.
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Note di degustazione
Il colore è quello del miele millefiori.
Al naso, la nota medicinale tipica di Laphroaig si presenta più “rotonda”, come se le botti ex sherry ne avessero smussato gli spigoli: meno disinfettante e più sigaretta, con una discreta spolverata di pepe nero e con un suggestivo sottofondo di cioccolato fondente. La dolcezza si traduce in un’impressione di torta millefoglie e in una di cappuccino, con una curiosa sfumatura di liquirizia a legarle insieme. Con il passare dei minuti avvertiamo una fragranza floreale che completa un profilo olfattivo piuttosto interessante.
Anche al palato Laphroiag si mostra in una versione riveduta e corretta, con sigaretta e pepe nero in prima fila e poco distante una speziatura a base di chiodi di garofano, una manciata di caffè in polvere, una nota di liquirizia un po’ più tenue, un morso di prugna e un ricordo, del tutto adolescenziale per quanto ci riguarda, di caramelle Rossana.
Il finale è lungo e pepato, con un lontano miraggio di prugna, ancora.
Salvo rare eccezioni, la prima preoccupazione di un bravo imbottigliatore indipendente è di preservare, per poi restituirla fedelmente al bevitore, la “firma” della distilleria, senza stravolgimenti nel profilo, ma aggiungendo magari qualche sfumatura inedita. Risultato pienamente riuscito in questo caso, tanto nella ricchezza aromatica quanto nell’equilibrio dell’insieme, con Laphroiag che non abdica alla sua identità, ma si fa prendere per mano con gentilezza dalle botti.