
Provenienza: Offaly (Irlanda)
Tipologia: Blended Irish Whiskey
Gradazione: 40%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo: Sì
Colorazione aggiuntiva: Sì
Proprietà: William Grant & Sons
Prezzo: € 17,80 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.tullamoredew.com
Valutazione: 75/100
Uno dei blended irlandesi più noti assieme a Jameson, le cui origini risalgono ai primi dell’800, con la fondazione della distilleria nell’omonima città della contea di Offaly, nel cuore d’Irlanda, per volontà di Michael Molloy.
L’acronimo rende omaggio a Daniel Edmund Williams, dapprima general manager (a soli 25 anni) e poi proprietario della distilleria ai primi del ’900, cui si deve l’enorme crescita dell’etichetta.
La grande crisi che colpì il whiskey irlandese non lasció indenne nemmeno Tullamore, che chiuse i battenti nel 1959, con la vendita del marchio l’anno successivo a John Powers & Sons, confluito poi nella Irish Distillers.
La quale, concentrando tutti i propri sforzi commerciali sul Jameson, nel 1994 cede Tullamore, che passa poi agli attuali proprietari nel 2010. Al tempo, il whiskey che finiva sotto questa etichetta era in realtà prodotto da Midleton, ma William Grant & Sons decide di investire sul marchio costruendo una distilleria nuova di zecca nella sua sede originaria, con la produzione che ha inizio ufficialmente nel 2014.
Il blended comprende whiskey di malto, pot still e grain, quest’ultimo l’unico al tempo non ancora prodotto in loco.
Diverse le espressioni presenti nel portafoglio, a partire dalla versione base oggetto di questo articolo affiancata da quelle a età dichiarata (12, 14 e 18 anni), due con affinamenti diversi (rum e sidro) e un’edizione speciale, la Old Bonded Warehouse Release (disponibile solo in distilleria).
Tripla distillazione com’è consuetudine, gradazione minima, filtrazione a freddo e aggiunta di colorante per questo blended a buon mercato.
Note di degustazione
Solvente ed erbaceo, all’olfatto è inizialmente piuttosto sfuggente con note leggere di mela verde, banana acerba, limone. Concedendogli tempo, si ammorbidisce un po’ facendo emergere toni più caldi di caramello, miele e un accenno di cannella. Il soffio di solvente resta comunque preminente.
Presenza alcolica alquanto esuberante al palato, che esordisce con zenzero e pepe su una consistenza sottile di frutta gialla, cannella, uvetta, tocco di anice, miele, limone. Tutt’altro che piacione, mantiene un substrato erbaceo con le note di solvente che appaiono in lunghezza.
Finale abbastanza breve e secco con punte amarognole su frutta secca, caramello, ancora limone.
Per essere un blended ultra basico si difende piuttosto bene, evita le ruffianerie e si presenta con una certa personalità che, tra pregi e difetti, lo fa distinguere da altri whisk(e)y nella stessa fascia.
Un’altra prospettiva:
WineDharma