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Balvenie Scozia Speyside Whisky dai 50 ai 100 euro

The Balvenie Single Barrel 12yo

Recensione dell'edizione 2020 del single cask di The Balvenie 12yo.

Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 47,8%
Botte di invecchiamento: Ex bourbon first fill
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: William Grant & Sons
Prezzo: € 87,00 su Spirit academy
Sito web ufficiale: www.thebalvenie.com
Valutazione: 82/100

È da qualche tempo che The Balvenie, la distilleria dell’affollata Dufftown, realizza, una volta l’anno, un’edizione da singola botte dei suoi due storici imbottigliamenti, il 12 e il 15 anni, rispettivamente in ex bourbon ed ex sherry.
Come sempre in questi casi, il risultato è un whisky simile eppure diverso da quello cui siamo abituati, che è “addomesticato” per renderlo uniforme nel tempo, mentre le singole botti, com’è nella loro natura, esprimono un’essenza più originale.

Quella oggetto dell’articolo è l’edizione del 2020, dalla botte 15272, messa in bottiglia al naturale (a differenza della versione comune), a una gradazione pari al 47,8%, curiosamente costante ogni anno.
Ringrazio il distributore italiano Velier per il gentile campione.

Note di degustazione

Oro chiaro nel bicchiere.
Al naso è piuttosto morbido e delicato, con venature erbacee e floreali su un fondo di vaniglia, crema pasticcera, mela cotta, spruzzatina di limone. Foglie di tè. Semplice e gentile.
Un guizzo di pepe bianco risveglia il palato, che si rivela più speziato rispetto all’olfatto con un buon apporto di zenzero e cannella, scorrendo cremoso su tonalità ancora dolci e vanigliate, di frutta gialla matura (anche banana e pera), ma con una crescita esponenziale del limone assieme a una venatura amarognola di base, a tratti ingombrante, che sferza i sapori su cui si innestano anice, frutta secca e una certa ruvidezza del legno.
Finale abbastanza lungo e secco, di noci, zenzero, legno, mela cotta, limone.

Se al naso si viene rassicurati dalla compostezza tipica della distilleria, in bocca diventa quasi un componimento jazz: disordinato, incostante, passa dalla carezza al graffio senza lasciare tregua, un turbinio di sensazioni a tratti spiazzanti.
Nell’insieme appare una sorta di esperimento, che potrebbe lasciare delusi i fan hard core della distilleria, ma che presenta più di uno spunto di interesse.

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