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Blended scozzesi Ian Macleod Imbottigliatori indipendenti Scozia Whisky da 0 a 50 euro

Sheep Dip

Il blended che prende il nome da un insetticida!

Provenienza: Scozia
Tipologia: Blended Malt Scotch Whisky
Gradazione: 40%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon first fill
Filtrato a freddo:
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Ian Macleod Distillers Ltd
Prezzo: € 33,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.ianmacleod.com
Valutazione: 60/100

Lo sheep dip era un insetticida un tempo usato dai contadini scozzesi per proteggere le pecore, dall’odore decisamente fastidioso: era quindi la dicitura perfetta da apporre sulle botti di whisky illegale prodotte in Scozia per evitare che venissero aperte e verificate.
Con questo nome peculiare, il blended di oggi risale al 1974 quando a crearlo fu un proprietario di pub di Oldbury on Severn usando 16 whisky provenienti dalle Highlands e dallo Speyside, con un invecchiamento variabile tra gli 8 e i 20 anni.
La notorietà acquisita da questa bottiglia portò George Morton Ltd ad acquisirne la produzione, passando a Whyte & Mackay nel 1993 e con il noto Richard Paterson a supervisionarne la ricetta.
Quando Alex Nicol lasciò l’azienda per mettersi in proprio, chiese di portare con sé Sheep Dip per continuare a realizzarlo nella propria Spencerfield Spirits Company, sempre con Paterson a controllarne la realizzazione, fino al 2016 quando l’etichetta finì sotto gli attuali proprietari.

Oltre a quella base oggetto di questo articolo, esiste una versione con blended di whisky provenienti solo da Islay più qualche edizione speciale.
Grazie a Marianna Sicheri Mazzoleni di Ghilardi Selezioni per il generoso campione.

Note di degustazione

Tonalità limonose e secche salutano per prime il naso, su uno strato di legno e cuoio che raccoglie vaniglia, caramello, ananas e una goccia di miele. Aroma complessivamente classico e fresco.
Priva di avvisaglie all’olfatto, si presenta sorniona la torba all’imbocco, molto cenerina e sulfurea, con una netta componente salina che in un palato piuttosto leggerino schiaccia gli aromi, bruciati dal pizzicore disordinato dell’alcol. Difficile discernere molto altro, le componenti dolci del naso sono messe alle strette e confinate in un angolino, soppresse dall’arroganza del fumo e del tabacco.
Finale non abbastanza breve di posacenere usato, sale, legno.

Difficile credere che ci sia ancora la mano di Paterson qui, in un blended alquanto rozzo e superficiale: qualcuno potrebbe dire che, visto il nome, non ci si possa aspettare niente di diverso, ma sono un’anima candida e ancora ci credo.
Per alcuni potrebbe avere un fascino proprio per questo, provare per scoprire.

Recensioni di whisky da Ian Macleod

Un’altra prospettiva:
Non Solo Whisky

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