
Provenienza: Kentucky (USA)
Tipologia: Kentucky Straight Bourbon
Gradazione: 50%
Botti di invecchiamento: Vergini americane tostate
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Jim Beam (Beam Suntory)
Prezzo indicativo: € 30,00
Sito web ufficiale: www.knobcreek.com
Valutazione: 85/100
Braccio americano del colosso giapponese Suntory, Beam Suntory è il terzo gigante mondiale nella produzione di whisky, dietro solo a Diageo e Pernod Ricard, e trova nella distilleria Jim Beam una delle sue punte di diamante.
Fondata nel 1795 in Kentucky con il nome di Old Tub per volontà di Jacob Beam, la distilleria prenderà il nome attuale da uno dei suoi figli, James Beauregard Beam, con la famiglia emigrata dalla Germania (il cui nome originale è Böhm) che ne detiene il controllo per diverse generazioni.
Il Proibizionismo blocca la produzione proprio durante la gestione di James (che approfitta della ritrovata libertà per dedicarsi alla coltivazione dei limoni), riprendendo in mano le redini dell’azienda ricostruendola da capo a piedi nel biennio 1933-34 a Clermont in Kentucky, ed è nel 1935 che nasce la James B. Beam Distilling Company per volontà di Harry L. Homel, Oliver Jacobson, Harry Blum e Jeremiah Beam.
La produzione di bourbon da parte della distilleria procede florida negli anni, con diversi mastri distillatori che si susseguono, tra i quali va ricordato Booker Noe che nel 1987 introduce il bourbon che porta il suo nome (Booker’s), il primo prodotto cask strength dell’azienda.
È del 2014 l’acquisizione della distilleria da parte di Suntory, dando vita quindi alla Beam Suntory.
Per ben due volte il fuoco ha distrutto i depositi di Jim Bean: ad agosto del 2003, mandando in fumo 13.000 barili e causando un immane disastro ambientale nel circondario, e a luglio del 2019, distruggendo 45.000 barili e con parte del bourbon che si riversa nei vicini fiumi per un danno complessivo stimato di 45 milioni di dollari.
Diverse le etichette prodotte da Jim Beam, oltre a quella di bandiera Jim Beam il già citato Booker’s, Basyl Hayden’s, Baker’s e Knob Creek.
Della bottiglia di cui parlo oggi esiste una versione a invecchiamento dichiarato (9 anni) ed è realizzata così come veniva prodotto il bourbon nel periodo antecedente al proibizionismo (o almeno così dicono).
Presenti in portafoglio anche un 12 anni e un Rye (sempre 100 proof, ovvero alla gradazione alcolica del 50%), un select bourbon e un single barrel a 120 proof e un select rye a 115 proof.
Note di degustazione
Ambra scuro nel bicchiere.
Lasciato il giusto tempo al whiskey per areare e rilasciare l’iniziale puntura alcolica, al naso emerge prepotentemente l’anima classica del bourbon, con sciroppo d’acero, caramello, cannella, legno appena tagliato, vaniglia. La consistenza resinosa dell’olfatto diventa più spessa con il passare dei minuti, aumentando la carica speziata e calda del distillato.
La carica alcolica si conferma ben bilanciata anche al palato, offrendo una stuzzicante punta pepata che ravviva un insieme meno incisivo che all’olfatto, pacato nei sapori di caramello e legno dove il malto (e il mais) risaltano maggiormente a discapito dei toni più dolci. Secco e speziato, meno corposo di quanto ci si potesse aspettare, si dimostra capace di eleganza e una certa sobrietà.
Finale abbastanza lungo di legno, caramello, spezie, sciroppo d’acero.
A un olfatto molto carico corrisponde una bevuta più sobria ma non per questo piatta, piacevolmente secca e legnosa che si protrae a lungo dopo averla terminata. Non molto complesso ma con personalità, e per un costo così accessibile quasi inaspettato.
Recensioni di whiskey da Jim Beam nel blog:
Basil Hayden’s Kentucky Straight Bourbon