
Ultimo aggiornamento: 23/09/2020
Da qualche giorno girano le anticipazioni delle recensioni di Jim Murray, noto critico e giornalista inglese, sui whisky divisi per categorie nell’edizione 2021 della sua nota Whisky Bible.
Le distillerie che hanno ricevuto i riconoscimenti maggiori (tra cui la nostra Puni per il suo Aura), come sempre capita in queste occasioni, si sono subito affrettate ad annunciarlo sui social, con tanto di coccarda esibita con orgoglio: è sempre buona strategia di marketing condividere un riconoscimento ottenuto da qualcuno ritenuto autorevole.
Ma quest’anno sta succedendo qualcosa di diverso…
Sul proprio profilo Instagram, la giornalista di settore Becky Paskin ha denunciato i diversi passaggi sessisti e misogini contenuti nel volume, scatenando una pioggia di condivisioni e post di sostegno (incluso il nostro) da parte di molti appassionati e blogger (quest’ultimi pochi, in verità), e persino qualche distilleria, fino ad arrivare a pagina 5 del Times nel numero in edicola il 21 settembre.
AGGIORNAMENTO: presa di posizione anche da The Whisky Exchange, Glenfiddich, Glenturret, Dornoch, Dingle, l’Irish Whiskey Magazine, Beam Suntory, Chivas Brothers, East London Liquor Company , Diageo, Bacardi, Benromach, dal gruppo Distell e persino dalla Scotch Whisky Association.
Anche la Scotch Malt Whisky Society ci ha tenuto a “mettere le mani avanti”, pur non citando esplicitamente il caso.
Qualcuno prova a giustificare le uscite del giornalista come semplici battute di cattivo gusto, da parte di un uomo d’altri tempi che con il suo volume si rivolge a un pubblico altrettanto âgée, ma è opinione di chi scrive che sia troppo facile liquidare la cosa come un episodio circoscritto e ininfluente: da sempre il mondo del whisky è intriso di maschilismo nemmeno troppo celato se non esibito, partendo dalla distorta convinzione che si tratti di una passione meramente maschile, fino all’oggettivazione della donna nella comunicazione, di settore come amatoriale.
Perché qui non si parla di essere “politicamente corretti” (come più d’uno ha sarcasticamente osservato) ma di censurare quelle forme di pensiero (e azione) che sono e debbono essere ritenute inaccettabili da una società e una cultura che si ritengano moderne e avanzate.
Ma ovviamente buona parte delle sollevate di scudi arrivano da maschi bianchi, etero e occidentali, che della discriminazione sanno a malapena come si scrive…
Di seguito, proponiamo la traduzione del post della giornalista:
Questo post di certo si attirerà alcuni commenti negativi, ma certe cose vanno dette. Perché il settore del whisky mantiene ancora in alta considerazione la Whisky Bible di Jim Murray quando le sue recensioni sono così sessiste e volgari?
Nell’edizione del 2021 ci sono 34 riferimenti al whisky definito come ‘sexy’ e molte più similitudini esplicite tra il bere whisky e fare sesso con una donna.
Penderyn viene realizzato da un team tutto al femminile di distillatori e blender, eppure è così che Murray si riferisce al loro whisky: “Se fosse una donna, vorrei farci l’amore ogni notte. E ogni mattina. E ogni pomeriggio, se potessi trovarne il tempo… e le energie…” (Penderyn Celt)
E ancora: “Qui si celebra il malto nello stesso modo in cui un dipendente dal sesso celebra un’ammucchiata.” (Penderyn Single Cask)
Murray definisce il Canadian Club Chronicles, Water of Windsor in questo modo: “Mi sono mai divertito così tanto con una sexy canadese di 41 anni? In verità, sì. Ma è stato qualche anno fa e non era un whisky. Ci siamo divertiti di più? Probabilmente no.”
Qualche altro esempio:
“Se il whisky avesse un genere sessuale, sarebbe una donna. Ogni volta che incontro Morangie Artisan, se ne esce con un nuovo look, un profumo diverso. E un umore diverso. Sembra non essere in grado di decidersi. Ma sa come tenere il broncio, sedurti e conquistare il tuo cuore…? Oh sì.” (Glenmorangie Artisan Casks)
“Il malto per la donna della tua vita, prima te lo godi per sedurla o esserne sedotto, e poi per condividerlo assieme.” (Glenfarclas Family Casks)
Nonostante il linguaggio sessista ed esplicito sia un’abitudine ricorrente nelle recensioni di Murray, la sua ‘bibbia’ viene ancora tenuta in gran considerazione da marchi e appassionati di whisky quando viene pubblicata ogni anno.
Molti nel settore hanno lavorato duramente per cambiare la reputazione del whisky come una ‘bevanda da uomini’, ma accettare o persino celebrare un libro che contenga un linguaggio simile di fatto cancella molti di quei progressi e consente l’oggettivazione della donna nel whisky.
Le donne che lavorano nel settore si sentono continuamente chiedere se effettivamente a loro piaccia il whisky, con ambasciatrici e produttrici di whisky che devono spesso sopportare battutacce durante le degustazioni e i festival di whisky.
È. Ora. Di. Finirla.
Qualunque marchio celebri il proprio piazzamento nella Whisky Bible di Jim Murray dovrebbe vergognarsi.
La reazione di Murray non si è fatta attendere, ed è rimasta nel solco del personaggio, definendo il post
“un attacco alla libertà di pensiero e parola. Io non sono un sessista, la Whisky Bible non è sessista, non lo è mai stata e non mi piegherò a questa protesta fasulla. Sono noto per la mia capacità di annusare i whisky, e posso dirvi che sento puzza di fogna in questa rivoltante faccenda montata ad arte.”
Credo che anche i dinosauri abbiano pensato lo stesso guardando il meteorite in cielo…
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