
Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Bacardi (Dewar and sons)
Prezzo indicativo: € 200,00
Sito web ufficiale: www.craigellachie.com
Valutazione: 91/100
Aggiungiamo un’altra distilleria al nostro sempre più corposo elenco, con un’etichetta che produce pochi imbottigliamenti propri sapendosi però affermare per la propria qualità.
L’ampia produzione di whisky da parte di Craigellachie (“collina rocciosa”) finisce infatti per buona parte nei blended di Dewar, e fino al 2014 l’unico single malt distribuito direttamente era il 14 anni, mentre oggi abbiamo il 13, il 17 e questo 23 anni, più ovviamente diversi imbottigliamenti indipendenti.
La distilleria nasce nel 1891 per volontà di Peter Mackie (la cui famiglia era proprietaria di Lagavulin) e Alexander Edward (già proprietario di famiglia di Benrinnes), che uniscono diversi blender e commercianti fondando la Craigellachie Distillery Co. Limited, anche se diverse fonti indicano come la produzione effettiva non iniziò prima di 7 anni.
In quel periodo il boom del whisky è ormai terminato, ma la distilleria riesce comunque a garantirsi la sopravvivenza, e nel 1916 Edward lascia la proprietà interamente in mano a Mackie, che la fa confluire nella White Horse Distillers.
Nel 1925 Craigellachie passa alla Distillery Company Limited, formata da John Walker & Co, James Buchanan & Co. e John Dewar & Sons, che un paio di anni dopo acquisisce anche la White Horse Distillers.
Ampliamento della produzione a metà degli anni ’60, e infine, nel 1998, l’intero pacchetto contenente Craigellachie, Aberfeldy, Royal Brackla, Aultmore e John Dewar and Sons viene venduto a Bacardi.
Nel 2017, questo imbottigliamento ha vinto la medaglia d’oro all’International Wine & Spirit Competition.
Note di degustazione
Oro nel bicchiere.
Al naso è molto agrumato e gentile, con un avvolgente sentore di pastelli di cera. Miele e vaniglia carezzano l’olfatto, aprendo la porta a toni più fruttati, di ananas e mango, e dolci, di torrone alle mandorle. Molto elegante e armonico.
Al palato è leggermente speziato, con cannella e un tocco di pepe, incrementando l’anima fruttata e tropicale assieme a vaniglia e miele avvolti nella cera. Gli agrumi sono sempre molto accesi e presenti, con una predominanza del limone, assieme a un tocco erbaceo e balsamico di sottofondo. Molto pastoso e ricco, con una nota di rabarbaro che si insinua tra gli aromi e ravviva l’esperienza, mantenendola varia e coinvolgente.
Finale lungo e balsamico, di cera, limone, rabarbaro e legno.
Stratificato e complesso, elegante e quasi austero, richiede tempo e concentrazione per coglierne le sfaccettature, non è certo adatto a una bevuta distratta nel suo essere fieramente elitario.