
Provenienza: Scozia
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Fox Fitzgerald
Prezzo: € 56,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: peatsbeast.com
Valutazione: 82/100
Chi scrive non ha mai nascosto il proprio amore verso i torbati, passione condivisa in particolare dai bevitori italiani che, spesso, trascurano whisky più morbidi e meno “chiassosi” ma non per questo meno meritevoli.
Come resistere quindi a un whisky che fin dal nome evoca una “torba bestiale”? Non si può, ovvio!
Peat’s Beast nasce dalle menti e dalla passione di Eamonn Jones (ex direttore regionale di Whyte & Mackay) e Gerald Erdrich (importatore per la medesima azienda), che decidono di dare vita a un single malt che sia l’incarnazione per eccellenza del whisky torbato, capace di dare una “mazzata” a chi si trovasse a berlo.
I due arruolano il compianto Mark Graham per la creazione del distillato e Doug Alves per disegnare l’etichetta, avvalendosi anche della collaborazione di Richard Paterson e Aidan Smith, finché nel 2011 nasce finalmente la loro creatura, con un packaging, va detto, davvero azzeccato.
Nel tempo si sono aggiunte altre due espressioni a grado pieno, il Batch Strength e il Batch Strength PX Finish (a breve su queste pagine), nonché un 25 anni proveniente da Islay.
Peat’s Beast contiene quindi whisky di Islay? Usando le loro parole, “Peat’s Beast potrebbe provenire da Islay, o forse no… la torba è usata da sempre dalle distillerie nelle Highlands, nelle isole e nello Speyside, con altre che una o due volte all’anno usano asciugare l’orzo maltato bruciando la torba”.
Parte del gruppo Fox Fitzgerald, accanto a questa etichetta troviamo nel loro portafoglio gli imbottigliamenti di Rest & Be Thankful, The Proclaimer e Strange Ways.
Ringrazio Remko di Anker Amsterdam Spirits e Aidan Smith (con cui ci siamo “bevuti“ un prosecco e un’aranciata a distanza) per le bottiglie.
Note di degustazione
Giallo paglierino nel bicchiere.
Torba inizialmente carnosa all’olfatto, con un netto profilo marino, da cui emergono chiodi di garofano, albicocca secca, succo d’arancia, mandorle. Cereali abbrustoliti. Piuttosto compatto ma per nulla aggressivo, anzi, alla lunga tende a prevalere la terra bagnata, con una sventagliata di alga tostata a cubetti.
Anche il palato si conferma poco “bestiale”, quasi misurato, con una divertente pepatura sparsa sulla legna carbonizzata, ancora terriccio umido (a tratti ricorda un Ledaig), frutta disidratata (albicocca e un accenno di ananas), mela, radice di liquirizia, pane tostato. Salino sulle labbra.
Finale non molto lungo di liquirizia, sale, arancia, pizzico di pepe.
Tralasciando il fatto che non sia esattamente la Bestia Torbata che l’etichetta promette, è comunque un whisky di piacevole bevuta, semplice, forse persino consigliabile a chi volesse avvicinarsi alla torba senza restarne scottato.
Recensioni di whisky da Peat’s Beast nel blog:
Peat’s Beast 27yo
Peat’s Beast 34yo
Peat’s Beast Batch Strength
Peat’s Beast Batch Strength PX Finish