
Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: International Beverage Holdings
Prezzo: € 77,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.speyburn.com
Valutazione: 72/100
Una distilleria che si dichiara fieramente speysider fin dal nome, fondata sul finire del diciannovesimo secolo, presenta la particolarità architettonica a pagoda creata dal noto Charles C Doig.
I fratelli John ed Edward Hopkins avevano fretta di produrre il proprio whisky per approfittare del giubileo di diamante della regina che correva quello stesso anno (il 1897), e iniziarono la distillazione quando ancora gli stabilimenti erano senza porte e finestre (sai che spifferi!), riuscendo a mettere in botte il loro primo distillato quello stesso anno, facendo lavorare i propri dipendenti sotto una tremenda tempesta di neve.
La gestione passò in breve alla Speyburn-Glenlivet Distillery Company, che la guidò fino al 1916 quando fu acquisita dalla Distillers Company Limited, che la condusse a diverse chiusure tra gli anni ’30 e ’40, con la riapertura definitiva nel 1947.
Dopo altri passaggi di mano alla Scottish Malt Distillers prima e Inver House Distillers poi, Speyburn è stata acquisita dalla Pacific Spirits nel 2001, che venne assorbita dagli attuali proprietari nel 2006.
Curiosità: la distilleria non ha un centro visitatori e non è aperta al pubblico, ma presenta nel proprio sito web un tour virtuale.
Note di degustazione
Il colore è di un bell’ambra scura.
L’olfatto è avvolto da una spiccata personalità sherried, con molta cannella, chiodi di garofano, limone, banana matura, miele, vaniglia. Tappeto erboso di sottofondo, con una punta alcolica un po’ svergognata. Semplice e tutto sommato anonimo.
E l’alcol resta sfacciato anche al palato, sbruffoneggiando dal basso dei suoi 46 gradi, vedendo amplificarsi il profilo erbaceo che accompagna bene o male le stesse impressioni del naso. Frutta matura e vaniglia, mele cotte con cannella, miele, un pizzico di agrumi e un’impressione di cioccolato. Alla fin fine, è la cannella a dominare gli aromi, sferzata dall’invasività dell’alcol, rendendo il tutto piuttosto monocorde.
Finale abbastanza breve, di (stranamente!) cannella, alcol, caramello, limone.
Senza infamia e senza lode, un whisky che scorre nella totale indifferenza se non fosse per la disordinata presenza dell’alcol.
Dimenticabile.