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Mortlach Scozia Speyside Whisky da 0 a 50 euro

Mortlach 12yo

Recensione del più giovane Mortlach nel portafoglio base della distilleria.

Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 43,4%
Botti di invecchiamento: Ex sherry ed ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Diageo
Prezzo indicativo: € 45,00
Sito web ufficiale: www.malts.com
Valutazione: 81/100

Mortlach è una distilleria dalla storia recente decisamente peculiare, ma prima diamo un’occhiata veloce alle sue origini.
Fondata a Dufftown (dove tutt’ora risiede) nel 1823 da James Findlater al posto di una distilleria clandestina, fu la prima legale della città, raggiunta una sessantina d’anni dopo da Glenfiddich, il cui fondatore lavorò da Mortlach per circa venti anni.
La produzione era inizialmente piuttosto elitaria, nel prezzo come nelle quantità, anche a causa della quasi totale assenza di vie di comunicazione che ne agevolassero la distribuzione, e negli anni si mise a produrre persino birra.
Tanti passaggi di mano, come spesso accadeva ai tempi, fino al 1896 quando Mortlach divenne proprietà di Alexander Mitchell Cowie, che la prese in gestione dal padre George, e sotto la sua guida la distilleria visse un periodo di grande espansione, oltre a introdurre la distillazione a 2,81 volte usata a tutt’oggi.
Nel 1923 la distilleria venne acquisita dalla John Walker and Sons, finendo quindi in seguito nel pacchetto Diageo.

Il destino di Mortlach nelle mani del colosso del beverage pareva limitarsi all’inclusione nei loro blended, con un’unica edizione originale (un 16 anni della linea Flora&Fauna) e tante produzioni di imbottigliatori indipendenti di un certo successo.
Siccome quelli della Diageo non sono scemi, accortisi della crescente popolarità dell’etichetta, nel 2014 decidono di sfruttare il momento uscendosene con una serie di NAS e invecchiamenti dichiarati (Mortlach Rare Old, Mortlach Special Strength, Mortlach 18 e Mortlach 25) a prezzi un tantino gonfiati, tant’è che nel 2018 rientrano a più miti consigli, rivedendo del tutto il core range (12, 16 e 20 anni) e portandolo a prezzi più umani.
Ognuna delle nuove bottiglie ha un nomignolo, questo 12 anni viene soprannominato “The Wee Witchie” come l’alambicco più piccolo usato nella distillazione.

Note di degustazione

L’olfatto è inizialmente un po’ chiuso, ma con pazienza svela un naso molto sherried: prugna, banana matura, pera, arancia candita, un tocco di cannella. Miele. Consistenza cerosa con leggera puntura alcolica. Sulla lunghezza si percepisce una sostanziale presenza legnosa.
Imbocco caldo e vinoso, fruttato con tocchi speziati, abbastanza lineare. Biscotti al burro, miele, vaniglia, pesca matura, nocciole, cannella e uva sultanina. Pizzico di limone. Tutto molto pacato e ben impastato.
Finale mediamente lungo, di legno, frutta secca, malto.

Senza infamia e senza lode, un compitino ben fatto che non brilla in nessun aspetto, dato il costo tutto sommato ragionevole ci può anche stare, fosse stato prezzato come nei primi tempi sarebbe stato da scartare in toto.

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