Un articolo di Thijs Klaverstijn per conto di Distiller.

Gli appassionati di whiskey irlandesi hanno molte aspettative per questo nuovo decennio: quello appena passato si è infatti concluso con un numero di distillerie attive che ha superato le 120, tornando ai “fasti” che si erano visti solo all’inizio del secolo scorso. Presto, i consumatori verranno sommersi da una pletora di scelte, soprattutto quando i nuovi arrivati avranno whiskey maturi da proporre.
Infatti, il whiskey irlandese nei prossimi anni sarà nettamente diverso da quello visto anche solo cinque anni fa, figuriamoci ancora più indietro nel tempo. Fino a un passato tutto sommato recente c’erano solo tre distillerie irlandesi, mentre solo lo scorso dicembre ne sono state aperte quattro, portando il numero delle nuove attività a un totale di 31 per il 2019. E ce ne sono altre in arrivo, al momento ancora in fase progettuale.
In poche parole, seguire la mappa dei whiskey irlandesi è una vera sfida, ma per fare un po’ di chiarezza, ecco un breve resoconto sulle distillerie irlandesi che ci aspettiamo facciano faville in questo decennio. Troverete nomi classici e affermati, altri appena agli esordi, e qualche guastatore.
I CLASSICI
Molti dei marchi noti di whiskey irlandese vengono prodotti in un’unica distilleria: Midleton nella contea di Cork, un gigante in grado di produrre ben 64 milioni di litri all’anno. È qui che viene creato il whiskey Jameson, assieme a Midleton Very Rare, Redbreast, Powers e molti altri. Di proprietà della Irish Distillers, Midleton non intende lasciare la corona del whiskey irlandese… per moltissimo tempo.
Situata in Irlanda del Nord, Bushmills ha dimostrato di essere un solido numero due. Da quando Jose Cuervo ha acquistato Bushmills nel 2014, il marchio si è mantenuto piuttosto tranquillo, ma anticipando il boom dei whiskey irlandesi, i proprietari stanno investendo 30 milioni di sterline per raddoppiare l’attuale capacità produttiva. Aspettatevi grandi cose.
GLI ESORDIENTI
La rinascita del whiskey irlandese è in atto da qualche anno ormai, ma molte delle nuove distillerie non hanno ancora whiskey abbastanza maturi. La Dingle Distillery, che prende il nome dalla penisola in cui risiede, spicca in mezzo alle altre: è stata la prima della nuova ondata di distillerie a rilasciare nel 2017 il proprio single pot still whiskey, uno stile tradizionale irlandese spesso trascurato. Dingle ha rafforzato il proprio marchio ed espresso le proprie ambizioni arruolando il rinomato Mastro Distillatore Graham Coull dalla distilleria scozzese Glen Moray.
Per non essere da meno, la distilleria Teeling di Dublino ha immesso nel mercato il proprio single pot still whiskey nel 2018. Al momento della fondazione tre anni fa, fu la prima distilleria a tornare a Dublino dopo 125 anni. Teeling possiede dei propri whiskey già maturi, ma ha anche accesso a innumerevoli botti di single malt provenienti da altre fonti, un bottino risalente ai tempi in cui la famiglia Teeling era proprietaria della distilleria Cooley.
ALLA CACCIA DEL TRONO
Per quanto sia quasi impossibile che qualcuno riesca a prendere il posto della Irish Distillers nei prossimi anni, ci sono alcuni giganti che iniziano a ronzarci attorno, e con l’appoggio di queste grandi aziende siamo certi che molti nuovi venuti faranno presto parlare di sé. Per esempio, Diageo, la più grande multinazionale di alcolici al mondo, ha aperto la Roe & Co. Distillery a Dublino, mentre la Slane Distillery, di proprietà della Brown-Forman, prevede di produrre tre tipi di whiskey: single malt, single pot still e grain. E la Beam Suntory possiede già due distillerie irlandesi: Cooley e Kilbeggan.
GIOVANI E AMBIZIOSI
Si presume che tutte le nuove distillerie irlandesi abbiano delle ambizioni, ma alcune spiccano più di altre. Dublin Liberties ha aperto appena l’anno scorso, e si trova nel cuore della capitale: guidata dal Mastro Distillatore Darryll McNally, proveniente da Bushmills, promette grandi cose.
Di proprietà della famiglia Slazenger, Powerscourt è guidata da uno dei distillatori più blasonati e riconoscibili del paese: Noel Sweeney, proveniente da Cooley e Kilbeggan, che fu inserito nella “Hall of Fame” del 2017 da Whisky Magazine, uno dei pochi distillatori irlandesi a ricevere questo onore.
I GUASTATORI
Il whiskey single pot still è il dono dell’Irlanda al mondo, ma alcuni nuovi arrivati vogliono andare oltre questo classico. Sia Blackwater che Killowen sono distillerie che vogliono posizionarsi al di fuori dell’attuale indicazione geografica del whiskey irlandese, ovvero quella che, per sommi capi, indica uno stile contenente un minimo del 30% di orzo maltato e non maltato e con solo il 5% di altri cereali ammesso.
Peter Mulryan e Brendan Carty, proprietari rispettivamente di Blackwater e Killowen, ritengono che questa sorta di IGP sia troppo stretta, ed è in particolare Mulryan a dare voce alla propria insoddisfazione, non trovando molte prove storiche a supporto di una composizione così rigida. Ha già sperimentato con innumerevoli miscelazioni diverse e “illegali”, molte contenenti tra il 20 e il 25% di altri cereali.
E infine c’è la distilleria di Waterford, un emozionante progetto di Mark Reynier di cui abbiamo già parlato. Decisa a dimostrare come il terroir dell’orzo sia una componente importante del whiskey, Waterford collabora con decine di fattorie irlandesi, e si aspettano i risultati di questa ricerca con il rilascio inaugurale tra la primavera e l’estate di quest’anno.
Il link all’articolo originale: Distiller.com
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