
Provenienza: Campbeltown (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 60,9%
Botti di invecchiamento: 55% ex bourbon, 45% ex sherry
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: J & A Mitchell & Co Ltd.
Prezzo: € 64,00 su WhiskyShop
Sito web ufficiale: kilkerran.scot
Valutazione: 84/100
L’eccellentissimo fondatore vi ha già parlato di Kilkerran in due precedenti occasioni, quindi vi invito a cliccare sui link riportati in calce a questo articolo per rinfrescarvi la memoria.
Oggi vi parlo di quello che è stato uno dei whisky più attesi di quest’anno: il Kilkerran Heavily Peated. La particolarità di questa nuova-vecchia distilleria è che nel tempo ha offerto una serie di imbottigliamenti work in progress a prezzo contenuto invece di uscire con costose versioni giovani in scatole di lusso. Insomma, in totale controtendenza rispetto alle varie distillerie artigianali sorte come funghi negli ultimi dieci anni, e pur non potendo contare sulle economie di scala dei grandi gruppi, Kilkerran ha puntato sulla fidelizzazione degli appassionati invece che sullo sfruttamento del loro portafogli.
E sembra proprio che questa strategia li abbia premiati, visto che ogni batch va esaurito in poco tempo e le vendite della linea principale cominciano a prendere serie quote di mercato.
Oggi vi propongo appunto il secondo batch del loro ultimo progetto, l’Heavily Peated.
Come potete capire dal nome siamo in un’atmosfera ad alta concentrazione di fenoli: 84 ppm per la precisione (più del doppio di Laphroaig, più di Ardbeg, e superiore anche ai Port Charlotte). Per il momento ha soli 3 anni di invecchiamento, ma ricordatevi appunto che è un peat in progess. L’obiettivo sarà arrivare ad almeno 8 anni per il primo imbottigliamento regolare, e di lì salire esattamente come è successo per il fratello non torbato.
Note di degustazione
Il bellissimo colore naturale su tonalità di oro e di grano, segno di assenza di additivi e filtrazioni, fa già iniziare a salivare.
Al naso c’è decisamente tanta torba: si muove soprattutto su toni salati e oceanici, è poco fumosa, e si innesta bene sulla nota alcolica, che però si fa giustamente sentire alla lunga. Facendo areare bene il bicchiere si riescono a liberare dei sentori più dolci di miele e di burro (salato), di torta di mele e di cannella che suggeriscono un ottimo lavoro di addolcimento della torba, ma dalla natura più rustica e meno ingegnerizzata di quella dell’Ailsa Bay che abbiamo recensito qualche tempo fa.
Se al naso sembra quasi gentile, in bocca il suo carattere esplode con la potenza di una benzina ad alto numero di ottani: la tanta torba ricopre di uno strato oleoso lingua e palato stimolando la salivazione e procurando una forte sensazione di calore. Mi raccomando, fate dei piccoli sorsi, e possibilmente iniziate con il metodo delle cinque gocce. Potente, salmastro, metallico, carbonoso: non tralascia nulla. Con un po’ di fatica si riescono a leggere sotto la torba delle note fruttate ed erbacee, molto verdi, che ricordano la pera Williams e la radice di liquirizia.
La chiusura è media, su una strana alternanza di cioccolato alla menta e salamoia di olive, che però non riesce a durare quanto l’intenso calore dell’alcol e della torba.
Sì, è giovane, è brutale, molto heavy metal. Però direi che ha tutte le caratteristiche che un giovane torbato dovrebbe avere, e anzi risulta quanto meno sorprendente trovare una tale intensità e nettezza in un prodotto così giovane e che viene venduto a un prezzo così conveniente.
Se siete amanti dei torbati non potete farvelo scappare, ma a quel prezzo francamente penso che nessuno se lo dovrebbe far scappare… Non vorrei infatti sembrare banale, ma la strategia di Kilkerran è quella giusta, e non per una semplice questione di prezzo. Qui c’è sia l’amore per il whisky che il vero rispetto per il cliente: prodotti sperimentali, poche bottiglie, giusto prezzo. Così il produttore capisce i gusti del cliente, e il cliente capisce il percorso del produttore.
Per me è sicuramente promosso a pieni voti.