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Ailsa Bay Lowland Scozia Whisky dai 50 ai 100 euro

Ailsa Bay Release 1.2 Sweet Smoke

Recensione dell'Ailsa Bay 1.2 Sweet Smoke.

Provenienza: Lowlands (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 48,9%
Botti di invecchiamento: 9 mesi in ex Hudson Whiskey, poi ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: William Grant & Sons
Prezzo indicativo: € 60,00
Sito web ufficiale: www.ailsabay.com
Valutazione: 84/100

Il Bevitore Squattrinato ha già parlato delle Lowlands nella recensione dell’Auchentoshan 12: vi invito a rileggerla sia per avere qualche notazione geografica sull’area, sia magari per riscoprire un ottimo whisky spesso snobbato dai più.
Ailsa Bay è però un caso diverso: nominalmente è una linea sperimentale di whisky della William Grant & Sons, ma di fatto è anche la sede della loro distilleria più grande e avanzata, costruita a Girvan nel 2006, proprio di fronte lo stupefacente massiccio dell’Ailsa Craig. Parliamo di un mega impianto da 16 alambicchi e 14 milioni di litri annui!
Ovviamente questi litri servono a realizzare i più svariati imbottigliamenti del grande gruppo, terzo al mondo dopo Pernod Ricard e Diageo, tra cui persino il gin Hendrick’s, mentre la produzione di questa bottiglia è decisamente più contenuta.

Come è evidente dal nome, si tratta del secondo batch della linea a nome Ailsa Bay (purtroppo non ho avuto modo di provare il primo). Nella bella bottiglia troviamo un NAS da 22 ppm di torbatura affiancato a un altrettanto simile livello di dolcezza – da cui il nome Sweet Smoke – e “micro-maturato” nelle piccole botti di Hudson Whiskey (parte della stessa proprietà). Per “micro” si intende che la minore dimensione delle botti ha favorito un maggiore, e quindi in teoria più rapido e intenso, scambio con il distillato. In pratica, però, il distillato viene tenuto in queste botticelle di 25-100 litri solo per nove mesi per poi essere passato in una varietà non meglio specificata di botti vergini, di primo, e di secondo passaggio.
Vediamo cosa succede una volta nel bicchiere.

Note di degustazione

Alla vista si presenta di un bell’oro chiaro che invita subito a portare il bicchiere al naso.
La definizione Sweet Smoke fa decisamente fede alla resa pratica: toni dolci e fumosi si alternano soavi in un gustoso scambio di mela disidratata e brezza marina. Niente male: si capisce la capacità tecnica del grande gruppo, ma anche il buon intuito di proporre un prodotto diverso e davvero capace di unire di nome e di fatto la dolcezza delle Lowlands alla fumosità di Islay.
Al palato, però, le cose cambiano e ci sono meno compromessi. Si presenta inizialmente molto salmastro e affumicato, con un gusto secco e pungente. Dopo l’esplosione torbata, decisamente più intensa in bocca che al naso, il sorso si apre in toni più morbidi e agrumati, con una leggera mandorla tostata e un po’ di cannella. La persistenza è media, con un fumo pepato che continua a svettare su un sottofondo di mela verde e oli essenziali di agrumi.
Molto smoke, poco sweet. C’è a chi piace…

…e a me è piaciuto!
Giovane, ma di gran carattere, e fa sentire chiaramente tutta la tecnologia di una delle distillerie più avanzate del mondo. Il naso è davvero interessante, e in bocca può tranquillamente soddisfare i palati più strong. Chi invece si aspetta qualcosa di più morbido e più raffinato potrebbe essere deluso: non concede molte dolcezze e rimane su toni duri e freddi. Da tenere in seria considerazione se amate la torba e non volete rimanere sempre e solo su Islay. Per tutti gli altri però potrebbe essere un buon modo per mettersi alla prova con un territorio geografico e aromatico inesplorato.

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