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Campbeltown Scozia Springbank Whisky dai 50 ai 100 euro

Springbank 15yo

Recensione dello Springbank 15yo, seconda espressione della distilleria su queste pagine.

Provenienza: Campbeltown (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 46,0%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: J & A Mitchell & Co Ltd.
Prezzo: € 84,00 su Cadenhead’s Whisky Shop
Sito web ufficiale: springbank.scot
Valutazione: 85/100

Ancora una volta Springbank, tornando però all’etichetta madre della distilleria, che continua a guadagnare consensi negli anni.
Abbiamo già parlato della particolare artigianalità di questa azienda, che ha scelto di eseguire il processo di produzione del proprio malto interamente in house, seguendo (o forse spingendo) la tendenza a un’attenzione crescente alle materie prime, al procedimento, alla conservazione e, ovviamente, all’ambiente.
Si sta andando sempre più dal macro al micro: se prima si parlava genericamente di Scotch per identificare un’area geografica, oggi si pone sempre più l’accento sulla localizzazione delle materie prime (e non solo), applicando il concetto di terroir anche al whisky.

Per quanto mi riguarda, nel mondo dei distillati c’è posto per tutti: per gli artigiani di Springbank, per gli elitari di Dalmore, per le vecchie glorie di Macallan, per gli industriali Johnnie Walker… la varietà produttiva (e imprenditoriale) non può che fare bene al settore, che necessita di spinte innovative che sappiano guardare tanto al futuro quanto al passato, specie con una natura mai così capricciosa.
Perché di sicuro Greta il whisky non lo beve (quando sarà maggiorenne, magari), ma è indubbio come il cambiamento climatico influisca non poco anche sul futuro di questo distillato nella sua componente agricola, e aziende con l’attenzione al territorio come Springbank o Bruichladdich siano forse la chiave per preservare questa tradizione nel burrascoso domani che la attende.

Note di degustazione

Come si evince dall’immagine, qui trattiamo un campione dall’ultima evoluzione di questa bottiglia, distinguibile dalla precedente per la diversa etichetta.
Oro carico nel bicchiere, con riflessi ramati, molto denso.
Al naso una leggera puntura alcolica (che svanisce quasi subito) fa strada alle note sherried del whisky: uvetta, marzapane, un pizzico di vaniglia. Inizialmente un po’ chiuso, a farlo respirare rivela una spruzzata di sale (marino) accompagnata da cioccolato fondente e spezie, e si amalgama un profilo vinoso, quasi marsalato.
Il palato è da subito intrigante: un imbocco soavemente fumoso fa scivolare in bocca un’elegante pastosità di ciliegia e cioccolato (siam proprio dalle parti del Mon Chéri o del cugino proletario Boero), con una netta connotazione pepata. Frutta candita (arancia e, to!, ciliegia), ancora marzapane e quel profilo vinoso e marsalato percepito all’olfatto che qui si fa più deciso e pieno. Il fumo è davvero un accenno, un filo di torba che si arriccia sui sapori dando un guizzo in più. Perfetta la gradazione alcolica: di più sarebbe stata invadente, di meno avrebbe ammosciato gli aromi.
Il finale è lungo, la parte tannica e vinosa la fa da padrone assieme al ricordo di Boero (o Mon Chéri per gli altezzosi).

Non fosse stato per il naso deludente e una certa invadenza della componente vinosa, lo avrei apprezzato molto di più: la sapienza di Springbank c’è tutta, specie nel creare un distillato che sappia distinguersi nettamente dal fratello decenne, e pur non creando l’eccellenza dà vita a un malto intrigante.

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Un’altra prospettiva:
Non solo whisky

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