
Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 43%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex rum
Filtrato a freddo: Sì
Colorazione aggiuntiva: Sì
Proprietà: William Grant & Sons
Prezzo: € 72,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.thebalvenie.com
Valutazione: 83/100
Aggiungiamo un’altra distilleria al nostro blog, una che ammetto di avvicinare per la prima volta.
Fondata sul finire dell’800, The Balvenie è stata il secondo acquisto di William Grant dopo Glenfiddich, cui è prossima, e prende il nome dalla villa neoclassica che sorgeva sul terreno dove è stata costruita (sebbene inizialmente si chiamasse Glen Gordon).
Nel 1990 viene fondata sullo stesso terreno un’altra distilleria, Kininvie, che assorbirà a sua volta una vecchia distilleria, Convalmore, acquisita nel 1992.
A differenza di molti altri contemporanei, non risulta aver mai chiuso la produzione durante la propria esistenza.
Peculiarità di The Balviene è l’uso del proprio pavimento di maltaggio, che copre circa il 15% del fabbisogno della distilleria, e la presenza di artigiani in loco che seguono la manutenzione di alambicchi e botti per questa e le altre distillerie del gruppo.
Non bisogna dimenticare che la presenza di una distilleria significa lavoro (e indotto) per territori spesso poveri di altre attività, dove l’economia locale si regge quasi interamente sul whisky e ciò che vi gira intorno, ivi comprese strutture ricettive e centri di accoglienza: un vero patrimonio per la Scozia.
Note di degustazione
The Balvenie produce solo whisky non torbati (fa eccezione un’edizione speciale annuale), purtroppo in questo caso filtrato a freddo e, ahimè, con colorante: colore ambrato caldo, dunque, del tutto fasullo.
L’olfatto è subito dolce e caramellato, molto avvolgente, con mela cotta, vaniglia a fiumi, zucchero di canna (vabbè, c’è il rum, facile!), cioccolato bianco. Non fa venire il diabete solo ad annusarlo, ma è bello coccoloso.
Il rischio smarmellatura viene scongiurato anche al palato, con una spruzzata di spezie e legno che arresta l’ondata zuccherosa dei sapori prima che travolga tutto, portando in dote una certa secchezza di fondo. A momenti quasi vinoso, torna il cioccolato accompagnato dall’arancia candita, frutta gialla, ancora canna (si parla di zucchero, niente fumo qui), uvetta: l’influenza del rum non è poi così netta come si potrebbe pensare (oppure sono io che di rum non ne capisco un piffero, in effetti).
Il finale è mediamente lungo, secco (quasi astringente), di spezie, vaniglia, uvetta e mela cotta.
Un whisky dolce ma non stucchevole, e questo è senza dubbio un merito, non particolarmente complesso o stratificato (la secchezza al palato e sul finale è tecnicamente un po’ meh) ma piacevole, più forse da accompagnamento a un dolce che da bere in solitaria.
Ma ce lo beviamo pure da solo, senza dirlo a nessuno però.
Recensioni dei whisky da The Balvenie
Un’altra prospettiva:
Il bevitore raffinato