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Isola di Skye Scozia Talisker Whisky da 0 a 50 euro

Talisker Port Ruighe

Recensione del Talisker Port Ruighe, il whisky isolano invecchiato in porto.

Provenienza: Skye (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 45,8%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon (refill), ex porto
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Diageo
Prezzo: € 43,00 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.malts.com
Valutazione: 86/100

Nel definire il carattere dei whisky di Talisker si usa spesso il termine vulcanico, per le forti, ma assolutamente uniche – e ben diverse rispetto a quelle di Islay – note di torba, e per un sentore di pepe nero che infiamma letteralmente la bocca.
Il paesaggio di Skye, l’isola a nordovest delle coste scozzesi che ospita la distilleria fin dal 1830, sembra, in questo senso, un perfetto correlativo del carattere: aspro e selvaggio.
È quindi con grande curiosità che ci apprestiamo ad assaggiare il Port Ruighe, un Talisker finito in porto presente nel core range della distilleria solo dal 2013. L’incontro fra la dolcezza di questo vino portoghese e il carattere tempestoso di Talisker quali effetti potrà sortire?

Il nome Port Ruighe (si legge Portree) è quello del più grande centro di Skye, punto di scambio per i mercanti scozzesi dell’Ottocento che, sfidando con coraggio la furia dell’Atlantico settentrionale, commerciavano con il Portogallo.
L’invecchiamento, non dichiarato, è avvenuto sia in botti di quercia europea, sia americana, tutte refill, cioè non di primo riempimento. Anche la lunghezza del finish nelle classiche port pipes non è dichiarato. Il grado alcolico è il consueto, unico, di Talisker: 45,8 % ABV.

Note di degustazione

Nel bicchiere, il whisky si presenta di un color ambra scuro.
Avvicinando il naso, la prima impressione, persistente, è di uvetta, datteri e vaniglia. Per un attimo, viene da pensare a certi finish in marsala o in rum. Poi da questo mare di dolcezza ecco spuntare il pepe di Talisker, ma bianco. La torba resta come un vago sottofondo, una nota debole che va e viene senza convinzione e che solo con il passare dei minuti acquista una certa intensità.
In bocca, a sorpresa, è proprio la torba, invece, a prendersi una rivincita, insieme al pepe. La dolcezza si fa da parte: accompagna da lontano, sorveglia quasi, lo sviluppo, ma è il carattere marino di Talisker a imporsi.
Il finale è mediamente lungo, più dolce che amaro.

Un whisky curioso, che trova nella sostanziale incoerenza tra olfatto e palato la sua maggior ragione di fascino.
Una sorpresa, lieta o meno dipende dai gusti, per chi è abituato alle sensazioni forti di Talisker, in questo caso addomesticate (almeno fino a un certo punto) dalle note dolci del porto.

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