
Provenienza: Speyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 43%
Botti di invecchiamento: Americane vergini
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Gordon & MacPhail
Prezzo: € 66,60 su Aquavitae (versione successiva)
Sito web ufficiale: www.benromach.com
Valutazione: 66/100
Non lo nascondo, ho un debole per Benromach.
È stato uno dei primi whisky che ho assaggiato (il primo in assoluto è stato il Lagavulin 16), e ricordo proprio di aver bevuto questo imbottigliamento, gentilmente offertomi dal proprietario di un pub, lieto di aver trovato un entusiasta neofita.
Distilleria di piccole dimensioni e dallo spirito pioneristico, che non teme di sperimentare con le proprie botti spesso lanciandosi per prima in esperimenti più o meno riusciti, Benromach ha un profilo decisamente innovativo che, personalmente, fa molta simpatia.
Ognuno ha il proprio debole…
E cosa c’è di più sperimentale che creare un whisky biologico?
A partire dall’orzo utilizzato fino al legno delle botti di invecchiamento (di quercia americana proveniente da coltivazioni sostenibili), tutto il processo è sottoposto al rigido controllo della Soil Association britannica, che non rilascia la certificazione BIO al primo che passa.
Di certo si abusa spesso del marchio BIO, infilato un po’ ovunque senza che abbia davvero un senso (tipo le aranciate da supermercato fatte con arance bio) e che in definitiva è poco più che marketing, ma c’è da chiedersi quanto in effetti possa fare la differenza in un processo così complesso e stratificato come quello di produzione del whisky.
Più che la certificazione BIO, è interessante l’uso di botti di legno americano vergini, cosa più unica che rara negli scotch: sarà questo a fare davvero la differenza?
Quella in oggetto è una bottiglia proveniente dal primo imbottigliamento del 2006, cui ne sono seguiti altri con un packaging diverso e più in linea con il design contemporaneo della linea Benromach: in fondo troverete link a recensioni anche di queste altre versioni.
Note di degustazione
Il colore è di ambra scura, molto carico, stupefacente sia tale senza l’aggiunta di coloranti.
Il profumo è dolcissimo, quasi stucchevole (a tratti ricorda un bourbon), anche a lasciarlo respirare non cede di un passo: vaniglia a profusione, caramello, un pizzico di agrumi. Molto presente anche il legno (un po’ come annusare le perline di una baita in montagna appena ristrutturata): l’invecchiamento non è noto (si dice tra i 5 e i 6 anni) ma la giovinezza tanto del whisky che del legno è ben presente. Sulla lunghezza, spunta anche della banana.
Al palato resta forte il sentore del legno, come bersi un estratto di trucioli, ammorbidito dal lato dolce (quasi biscottoso) e fruttato. Poco incisivo e un po’ noioso, senza alcun guizzo particolare.
Il finale resta dolciastro con una punta di amaro, non molto lungo.
Esperimento non proprio riuscito, dove il profilo BIO dubito abbia alcuna influenza, mentre le botti vergini si sentono eccome. Chiaramente è questione di gusti personali, ad alcuni il profilo di questo Benromach potrà piacere tanto, personalmente mi lascia abbastanza indifferente: c’è di peggio, ma c’è anche di molto meglio.
Sarei curioso, a questo punto, di provare gli imbottigliamenti successivi: se qualcuno ne avesse avuto modo, portate pure la vostra esperienza nei commenti qui o su Facebook.
Recensioni di whisky da Benromach nel blog:
Benromach 10yo
Benromach 15yo
Benromach 21yo
Benromach 2009 Cask Strength Batch 1
Benromach Château Cissac 2009
Benromach Peat Smoke 2008
Benromach Sassicaia Wood Finish
Un’altra prospettiva:
Whiskyfacile