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Bowmore Isola di Islay Scozia Whisky da 0 a 50 euro

Bowmore 12yo

Recensione del Bowmore 12yo, il marino di Islay.
Bowmore 12

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 40%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon (qualcuno dice anche ex sherry)
Filtrato a freddo:
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: Suntory
Prezzo: € 34,80 su Aquavitae
Sito web ufficiale: www.bowmore.com
Valutazione: 75/100

Bowmore si vanta di essere la “prima distilleria con licenza di Islay”, perché senza licenza chissà quante ce ne saranno state prima…
Ed è in effetti una delle etichette più note e storicamente con una fanbase alquanto agguerrita, sebbene in tempi recenti abbia perso molto del suo smalto, come spesso accade per le distillerie che facciano grandi numeri.
Nota per il suo magazzino costruito sotto il livello del mare, rispetto alle cugine dell’isola è quella più caratterizzata dalle note saline e oceaniche che hanno stregato tanti bevitori. Ovviamente questa caratteristica è assurta a branding e a volte ci marciano un po’ troppo sopra, ma il marketing non si ferma davanti a nessuno, nemmeno agli alcolizzati.

Questa distilleria è molto attiva nel cercare sempre nuove espressioni, spesso rivedendo anche quelle già esistenti, in una costante ricerca (e rincorsa) di nuove fette di mercato, o semplicemente per mantenere quelle già conquistate. A volte il rebranding è solo di facciata, altre vede un cambiamento più sostanziale, il che lascia una certa perplessità nel trovarsi bottiglie diverse nell’etichetta ma di fatto identiche nel contenuto.
D’altronde, rincorrere la crescente richiesta da parte dei consumatori non è facile, un prodotto che vede nell’invecchiamento uno dei suoi punti di forza risulta difficile da produrre in quantità maggiori (e guarda caso sempre più sono i NAS che circolano in giro), e qualcosa le distillerie devono pur inventarselo.

Note di degustazione

E dato che di marketing si parla, il colore è di quel bel caramello che deve dare l’impressione di un whisky dall’invecchiamento importante, mentre come ormai sapete, indica invece quello che davvero hanno usato per renderlo così.
Accostando (e non tuffandocelo!) il naso al bicchiere, arrivano subito i profumi salini e oceanici che ci si aspetta da Bowmore, accompagnati dalla torba (gentile e non aggressiva), cioccolato e un po’ di burro. Un’aroma dolce e pacato, dove il fumo tipico di Islay ti accarezza più che prenderti a cazzotti in faccia.
La dolcezza permane al palato, sempre accompagnata dal fumo ben presente e dalla salinità oceanica, il tutto ben amalgamato ma in un certo qual modo noioso. La bevuta è senza guizzi, un whisky ruffiano che vuole piacere a tutti, senza pigiare su nessun tasto. Piacevole, sia chiaro, ma non esattamente memorabile.
E infatti, a bevuta terminata, i sentori non ti accompagnano a lungo: fumo dolce, un pizzico di salinità, che sfuggono dopo poco tempo come se avessero fretta di andare altrove.

Il 12 anni è una delle espressioni base della distilleria, e come tale nasce per piacere a un pubblico il più ampio possibile, e quando i numeri sono importanti è molto difficile si riesca a mantenere intatta la personalità.
Le note di Bowmore ci sono tutte, ma restano quasi in superficie, un po’ come una replica estiva di un programma televisivo famoso qualche anno fa.

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Un’altra prospettiva:
Whisky Facile

2 commenti

  1. Da devoto dei whisky di Bowmore, trovo che la miglior definizione del loro carattere l’abbia data il compianto Michael Jackson (non il cantante, ma l’autore della fondamentale Guida completa ai whisky di malto): “un enigma”. Un enigma seducente, per quanto mi riguarda, soprattutto nei notevoli 15yo e nel 18yo finiti in sherry (Oloroso e Pedro Ximenèz) e imbottigliati a 43 gradi o nell’eccellente Vault n. 1 edition, proposta cask strenght a 51.5 gradi. Slàinte!

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