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Notizie sul whisky

Cosa fanno i produttori di whisky durante la quarantena

Come il Coronavirus ha cambiato la vita di distillatori e blender.

Un articolo di Susannah Skiver Barton per conto di WhiskyAdvocate

Bill Lumsden ©WhiskyAdvocate

Con il distanziamento sociale implementato in quasi tutto il mondo per prevenire la diffusione del Coronavirus, molte delle nostre abitudini quotidiane sono cambiate, dagli spostamenti alla cura dei bambini al momento dei pasti. Anche gli appassionati di whisky si stanno adattando a queste nuove abitudini, convertendosi ai tasting collettivi virtuali e visitando le distillerie con i tour virtuali. Il protrarsi dell’isolamento sta offrendo a ogni bevitore l’opportunità di terminare bottiglie già mezze vuote, di riprovare vecchie passioni e persino di aprire certe bottiglie speciali, secondo il principio del “se non ora quando?”

Ed è lo stesso per i professionisti del whisky, molti dei quali (se non sono impegnati a produrre disinfettanti per le mani) lavorano da casa o hanno adattato le proprie abitudini per ridurre il contatto con i colleghi. Ashok Chokalingam, mastro distillatore dell’indiana Amrut, sta cercando di finire vecchie bottiglie, comprese quelle di fascia alta come Greedy Angels e Spectrum, invecchiate in originali botti ibride. Ma non si limita ai whisky prodotti dalla sua distilleria, si sta godendo anche single malt di altri produttori indiani, nonché un paio di bourbon: Blanton’s e l’Old Charter 12 year old.

La distilleria Four Roses è chiusa al momento, e il mastro distillatore spiega come ci siano piani per organizzare un tasting virtuale per tutti i loro fan nel mondo. “È una cosa cui pensavamo da tempo, dato che lo spirito di Four Roses è quello di unire le persone… e ora le persone non possono stare insieme.” afferma.

SEMPRE AL SERVIZIO DEGLI APPASSIONATI DI WHISKY

I tasting virtuali e altre attività digitali sono diventate rapidamente il modo principale con cui i produttori di whisky interagiscono con gli appassionati da distante. Heather Greene, master blender di Milam & Greene, si è data da fare per sostenere il lancio del suo nuovo bourbon e rye, attraverso video educazionali. “Ora sto lavorando a una serie su YouTube che darà vita al mio libro, ‘Whiskey Distilled,’ ed è una cosa che mi esalta molto.” afferma, grazie anche all’aiuto nel montaggio video di uno degli ambasciatori del whisky di Milam & Greene. “Faremo almeno 30 episodi. Voglio che la gente esca fuori da questo periodo diventando grandi consumatori.”

La sfida di lavorare durante un lockdown è molto difficile, in particolare per i piccoli marchi. Louise McGuane, fondatrici dell’irlandese Chapel Gate Whiskey Co., che produce il J.J. Corry, sta ancora pagando il proprio personale nonostante sia isolato a casa. “Sono da sola in azienda,” racconta “È come tornare ai primi tempi, quando facevo tutto da sola. Abbiamo attivato un servizio di consegna a domicilio, ricevendo un sacco di ordini, quindi son qui a prepararli tutti; sto provando alcuni blend nella blending room, estraendo campioni. E nel frattempo, ristrutturo del tutto l’attività dal punto di vista finanziario, rivedendo radicalmente il nostro piano commerciale.” Quello che la fa andare avanti giorno per giorno sono acqua gassata, caffè torrefatto localmente e goccetti da una botte molto speciale.

Come Greene, anche McGuane si sta rivolgendo a internet per restare connesso con i bevitori, e cura una sessione per creare un blend in crowdsourcing. “Trasmetteremo dal vivo un processo di blending base per circa un’ora, prendendo delle domande, poi invieremo dei campioni a chi partecipa per scegliere il blend.” spiega. Chi volesse partecipare alle sessioni di blending e ad altre attività online, può registrarsi alla mailing list di Chapel Gate.

RESTARE CONNESSI QUANDO SEPARATI

Dove le distillerie sono chiuse, i produttori di whisky lavorano comunque duramente da casa. Glenmorangie e Ardbeg hanno chiuso come richiesto dal governo britannico, ma il direttore della distillazione e creatore di whisky Bill Lumsden spiega di star lavorando più che mai, con un piccolo laboratorio sensoriale attrezzato nella sua cucina, per assicurare non ci siano ritardi nei futuri rilasci. E quando arriva il momento di fare una pausa, si rivolge a birra, vino e qualche Glenmorangie speciale che non è mai stato distribuito al pubblico.

Bruichladdich su Islay è anch’essa chiusa; il capo distillatore Adam Hannett ha osservato come la consueta unità della comunità isolana sia stata interrotta dal distanziamento sociale, e ci sta bevendo su un bel po’ di Bruichladdich Islay Barley. “La nostra comunità si riunisce per creare questo whisky, dal piantare i semi fino alla chiusura delle bottiglie.” spiega “Le varie parti sono molto connesse, ed è molto importante per la nostra identità. Mi ricorda che mentre cerchiamo modi diversi per sentirci vicini, per confortarci e aiutarci, dobbiamo sempre restare connessi e prenderci cura l’uno dell’altro.”

COSA BEVONO DISTILLATORI E BLENDER QUANDO SONO OBBLIGATI AL DISTANZIAMENTO SOCIALE

“Ogni tanto mi concedo qualche chicca con degli alcolici interessanti.” racconta Bill Lumsden “Come birra, soprattutto la Pilsner Urquell (da tempo una delle mie preferite); come vino, al momento sto passando una fase italiana; e come whisky, mi sto davvero viziando con la nostra recente Truffle Oak (quella da 26 anni), che si può trovare tramite il Moët Hennessy Private Client. Proviene da un piccolo esperimento che ho portato avanti circa 15 anni fa, quando ho riempito con un 10 anni una rara botte vergine di quercia tedesca… Questo rilascio ha quindi passato 15 anni di finitura, diventando profondo e ricco in modo favoloso.”

Louise McGuane, fondatrice della Chapel Gate Whiskey Co.: “Inizio la giornata con dell’acqua gassata e una spruzzatina di limone, poi una tazza di caffè di Anam Coffee, un’azienda locale che importa chicchi di caffè di origine singola per poi tostarli in loco. Fanno anche consegne a domicilio, e cerco sempre di sostenere quante più attività di food&beverage del posto che posso, ora che stiamo tutti soffrendo. Alla sera scelgo di nuovo prodotti locali con una IPA di Western Herd, con cui abbiamo anche collaborato. Come whiskey, sapete una cosa? Mi sto bevendo una bottiglia di J.J. Corry, il The Chosen (single malt di 27 anni) perché se non ora, quando? Ho anche una botte di sherry di 29 anni cui mi rivolgo ogni tanto per consolarmi, quindi sì, direi che bevo qualcosina…”

Ashok Chokalingam, mastro distillatore di Amrut: “Ho riprovato alcuni dei nostri marchi più emblematici, tra cui Spectrum, Naarangi, Greedy Angels 8 year old e Raj Igala. Visto che siamo in estate, trovo che Raj Igala sia perfetto con la sua gradazione al 40% e filtrazione a freddo. Trovo che abbia più aroma al naso e sia molto gustoso. Al di fuori di Amrut, ho sempre apprezzato i bourbon di fascia alta: ho svuotato un Old Charter 12 year old e un single barrel di Blanton’s. Blanton’s era semplicemente straordinario, con un’esplosione di frutta tropicale unita a crema alla vaniglia, me lo sono proprio gustato. Ho assaggiato anche Paul John, Rampur e Solan, tutti produttori di single malt indiani, ognuno con una propria personalità.”

Paul Hletko, fondatore e distillatore di FEW: “Sto bevendo molti whiskey di FEW, e Tequila Ocho! Mi sento piuttosto bene, sano, con una bella famiglia e tanta fortuna. Seguire la scuola a distanza con degli adolescenti è dura, e il whiskey aiuta molte persone! E se non ve ne siete accorti, ho iniziato a leggere libri per bambini nella mia pagina Instagram (@paulmhletko), cosa che sembra piaccia molto alla gente, appassionati di whiskey e non. Ho iniziato anche a fare letture collettive e trovare nuovi amici su Zoom. È molto divertente, e lo trovo rilassante.”

Nicole Austin, distillery manager e capo distillatore alla Cascade Hollow (George Dickel): “Bevo soprattutto club soda, a volte con whisky, spesso senza. In genere opto per un Dickel 12 year old, ma ho spulciato un po’ i miei archivi e l’altra sera mi sono gustata un bourbon finito in porto dei miei amici Ted e Dana della Huber’s Starlight Distillery.”

Heather Greene, CEO e master blender della Milam & Greene, si beve Gin&Tonic con un goccio di Campari e succo d’arancia fresco, serviti con ghiaccio tritato. La ricetta proviene dalla sua amica fotografa Sarah Baumberger. “Come ogni buon drink che creo, mi evoca bei ricordi, come trovarmi a casa di Sarah a fine estate. È semplice, e non è whiskey, ma a volte mi serve qualcosa che non richieda troppo al mio palato. Ho una piccola barca dove mi piace andare, mettere su un po’ di musica e guardare gli uccelli tra i rami degli alberi di noci pecan.”

Brent Elliott, master distiller di Four Roses: come molti altri, sta approfittando dell’opportunità di finire le bottiglie mezze vuote, sebbene la sua collezione sia probabilmente più preziosa di quella di tanti. “Ho riprovato un po’ di bottiglie dalla Private Selection ed edizioni limitate.”

Adam Hannett, capo distillatore di Bruichladdich: “Il whisky cui mi rivolgo di questi tempi, con la vita messa sottosopra, è il Bruichladdich Islay Barley. La distilleria per ora è chiusa, con gli alambicchi freddi, le luci spente e le botti indisturbate nei magazzini. Invece di un’attività intensa e ricca di chiacchiere, il silenzio. Lavoriamo da casa, sconnessi dalla vita normale della distilleria e dal resto della comunità. In genere siamo così vicini alla gente attorno a noi, mentre ora dobbiamo tenerci a distanza. Di sera o nel tardo pomeriggio, mi faccio un paio di Islay Barley mentre guardo fuori dalla finestra del mio salotto, ammirando la vista sulla distilleria e su Lochindaal, avendo il tempo di contemplare questo whisky e le persone che l’hanno creato.”


Il link all’articolo originale: WhiskyAdvocate

I diritti del pezzo originale di cui abbiamo realizzato la traduzione e le immagini sono proprietà dei rispettivi intestatari.

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