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Aberlour Scozia Speyside Whisky dai 50 ai 100 euro

Aberlour Casg Annamh Batch 1 e 4

Recensione dell'Aberlour Casg Annamh nei batch 1 e 4.

Provenienza: Spesyside (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 48%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon ed ex sherry oloroso
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva: No
Proprietà: Pernod Ricard (Chivas Brothers)
Prezzo indicativo: € 55,00
Sito web ufficiale: www.aberlour.com

Di Aberlour ha già parlato il Bevitore Squattrinato nella recensione dell’apprezzatissimo A’bunadh, dove potete trovare abbondanti cenni sulla storia e sullo stile di questa distilleria dello Speyside.
Oggi ho preso in esame il primo e il quarto batch del molto atteso Casg Annamh (che in gaelico significa “botte rara”), un NAS imbottigliato appunto in piccoli lotti, il cui invecchiamento è un po’ un mistero. Si parla di un triple cask in una combinazione di botti americane ed europee ex bourbon ed ex sherry oloroso di primo e secondo passaggio.
Dopo il grande successo dell’A’bunadh, riuscirà Aberlour a ripetere il miracolo?

Note di degustazione

Batch 1
Valutazione: 78/100

Il colore è un ricco ambra naturale, davvero invitante.
Nonostante non sia cask strength, al naso la nota alcolica è alquanto presente. Ha un naso comunque molto difficile da determinare con precisione, un po’ chiuso e poco incisivo. C’è un sottofondo dolce di malto d’orzo e di uvetta, noce moscata, qualche nota eterea di oli essenziali, ma poco altro. Solo dopo lunga areazione, emerge una nota di bacche di ginepro e di buccia d’arancia. È chiaro che certamente non siamo di fronte a uno sherry bomb come il fratello maggiore.
Al palato ha un ingresso molto interessante di frutta caramellata (mela, arancia), toffee, frutta secca tostata, cacao, e una calda speziatura che riempie il palato.
Sfortunatamente la persistenza è breve e la chiusura è un po’ troppo astringente e legnosa, lascia solo un vago aroma di liquirizia e poco altro. Paradossalmente, a bicchiere vuotato la nota sherry è ben più presente che appena riempito, probabilmente a causa dell’alcol non bene integrato.

Per quanto mi riguarda è un po’ una delusione (ma non sono l’unico). Il confronto con il fratello maggiore è impari, ma anche considerato il prezzo inferiore mi aspettavo qualcosa di più caratterizzato: sembra fin troppo giovane e senza un’identità precisa.
È difficile giustificare una differenza di quasi venti euro con l’apprezzabile standard 12yo della famiglia Aberlour. Peccato, ma trattandosi del primo batch è possibile che Aberlour riesca a correggere il tiro.

Batch 4
Valutazione: 80/100

Rispetto al Batch 1, non ci sono variazioni sulla lavorazione, ma il risultato è leggermente diverso, cosa che del resto è la caratteristica principale degli imbottigliamenti in vari piccoli lotti.

All’aspetto si presenta molto simile, forse un leggero tono di arancione in più.
Al naso è decisamente più aperto, quasi sfacciato, con ricche note vinose di uvetta, liquirizia rossa, datteri e cioccolato al latte.
In bocca purtroppo si rivela poco convincente, anche se nel complesso più riuscito del primo batch: ci sono sempre un po’ troppo alcol e un po’ troppo legno, ma risulta più morbido e convincente con arancia, vaniglia, cannella, noce moscata, una nota dolce giovanile tipo cereali al miele, e qualche vago sentore vinoso di uvetta sultanina.
Anche in questo batch il finale è breve, asciutto, con miele, spezie, e il cereale che si espande in una sensazione masticabile di cialda waffle.
Insomma, decisamente meglio del primo, ma per quanto mi riguarda continua ancora a non brillare rispetto alla gamma Aberlour.

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