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Imbottigliatori indipendenti Isola di Islay Scozia The Ileach Whisky da 0 a 50 euro

The Ileach Cask Strength

Recensione del The Ileach Cask Strength, una bomba torbata (e alcolica) da una distilleria ignota di Islay.

Provenienza: Islay (Scozia)
Tipologia: Single Malt Scotch Whisky
Gradazione: 58%
Botti di invecchiamento: Ex bourbon
Filtrato a freddo: No
Colorazione aggiuntiva:
Proprietà: The Vintage Malt Whisky Company Ltd.
Prezzo: € 45,00 su Whisky Italy
Sito web ufficiale: www.vintagemaltwhisky.com
Valutazione: 75/100

È indubbio che in questi ultimi anni il whisky, e in particolare lo scotch, stia vivendo una seconda giovinezza: dopo una crisi importante sul finire del secolo scorso, oggi abbiamo un fiorire di distillerie e imbottigliamenti come mai si era visto prima.
Accanto alle singole distillerie, che producono whisky in house o per inserirlo in blended di case più grandi, ci sono anche una serie di aziende che acquistano botti in stock per imbottigliare in proprio conto.
A volte rivelano la loro provenienza (come fanno i vari Gordon&MacPhail, Cadenhead, Valinch & Mallet), a volte resta nascosta, come nel caso di Ileach.

Dato il nome (che significa “uomo di Islay”), l’unica cosa certa sul whisky è che provenga dalla nota isoletta dei torbati, quale la distilleria di provenienza (o se siano più d’una) non è dato saperlo.
L’azienda imbottigliatrice detiene un altro marchio con provenienza sempre ignota da Islay, ovvero Finlaggan, ed è stata fondata da Brian Crook, con alle spalle una lunga esperienza in Bowmore (guarda caso).
Marchio poco noto da noi (ma che inizia a vedersi in qualche grande supermercato), che per motivi ignoti è famosissimo in Svezia, dove The Ileach è la seconda bottiglia più venduta: sempre meglio del Johnnie Walker

Note di degustazione

L’ambra scura, frutto di abbondante colorante, ben si accompagna ai colori scelti per l’etichetta, mettendo in buona disposizione nei confronti del whisky (onestamente, su un colore farlocco, che altro potrei mai dire?).
All’olfatto arriva, prepotente, un forte sentore di barbecue, più precisamente salsa barbecue, molto carnoso. Stranamente assente la puntura della pur forte gradazione alcolica, sotto lo strato di barbecue arrivano torba bruciata, note medicinali (Laphroaig?) e una punta metallica, quasi fastidiosa.
Il naso fa temere che il barbecue si mangi tutto, invece al palato spuntano sentori diversificati: nulla di complesso, sia chiaro, un po’ ruvido e giovane, ma non monocorde quanto ci si potesse aspettare. La gradazione si fa sentire (meno comunque del previsto), assieme a un’ondata di torba affumicata e sempre carnosa. Ancora note medicinali e salmastre, unite a un pizzico di sentore erbaceo e amarognolo. Alla lunga, la gradazione si fa arrogante, e tende ad ammazzare i vari sentori.
Nel finale, resta prepotente l’affumicatura (e legno, al tempo stesso), con un’idea di costolette al barbecue (che se vi piacciono, come a me, non è così male).

Un NAS sicuramente giovane, capire la distilleria (o le distillerie) di provenienza può rivelarsi un esercizio sterile: i sentori di Islay ci sono, un po’ disordinati e brutali, ma l’appeal di questo whisky è sicuramente il prezzo. Difficile trovare una bottiglia di Islay a gradazione piena così conveniente: certo, non è da mettere in un posto d’onore sullo scaffale, ma quando non si ha voglia di metter su le braci questo è un onesto succedaneo.

Un’altra prospettiva:
Whisky Facile

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